Andrea} |
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| Beh, sicuramente non c’era nulla che potessi fare in quel momento. Mi sentivo come schiacciata. Da una parte c’era la paura, e la vergogna per quello che stavo facendo, ma dall’altra..beh, dall’altra c’era lui. C’era lui e la maledettissima voglia di fargliela pagare! Eh si, perché era quella la mia intenzione. Fargliela pagare, farlo pentire di avermi messo le mano addosso. L’idea era quella di guardarlo in silenzio mentre si mangiava le mani. Mentre stava male nel vedermi con un altro. Ma lui, ci sarebbe rimasto davvero male? Beh, non ne ero tanto convinta
In quel momento però volevo solo mettere in atto il mio piano. E sarei stata disposta a svendere il mio corpo così? A quanto pareva..si. Mi accontentavo di fargli capire che non poteva usarmi così. E che ero stata io a divertirmi con lui, e no il contrario. Rimasi ferma, a fissare Gazza negli occhi. Molti pensieri cominciarono ad affollarmi la mente. E se qualcuno ci avesse scoperti? Mi avrebbero sicuramente espulsa. Ma l’espulsione valeva il piacere di vedere Donnie come un cucciolo bastonato? Lui, che si era portato a letto la piccola e innocente verginella. E se non fosse stato così? Sarebbe stato ferito nell’orgoglio? Si, tutto questo valeva l’espulsione forse..o forse no.
Ma in quel momento non mi interessò granché. Mi aveva così lacerata che mi sentivo..vuota. E al vuoto non interessa niente di quello che può succedere no?
Feci un sorrisetto malizioso a Gazza e poi mi avvicinai ancora di più a lui. Ormai aveva capito che lo stavo seducendo. Beh, non che ci volesse una laurea -.- Allungai la mano verso i suoi capelli arruffandoglieli pian piano. Un piccola fitta al cuore mi fece sussultare. Un flash back mi passò davanti agli occhi.
Io e Donnie su quel letto in infermeria, e i capelli di lui che mi facevano il solletico sulla pelle nuda. Le mie dita, intrecciate alle sue, e il forte piacere che provai quando riuscii ad amarlo davvero.
Ma quelli erano solo ricordi. Ricordi che non sarebbero tornati mai più Era come un sogno, una favola, ma la piccola principessa purtroppo si era svegliata. E si era ritrovata in un incubo. Un incubo dal quale non si sarebbe mai svegliata..o forse si?
Mentre avvicinavo le mie labbra a quelle di Gazza sentii la porta aprirsi. Mi voltai di scatto, aggiustandomi la gonna che mi scopriva le gambe nude. Ad un tratto,come una secchiata di acqua gelata, ecco spuntare Donald. Si, quel Donald, Donald Darko. Rimasi a fissarlo come una stupida, con un’aria da ebete stampata sulla faccia. Che diamine avrebbe pensato?? Un forte calore mi salì sulle guance, incendiandomele. Tutta rossa abbassai lo sguardo, cominciando a guardare il pavimento. MA ero forse stupida? Io volevo che mi vedesse!
Ad un tratto non capii più niente. Come se fossi entrata in un mondo parallelo mi trovai in corridoio con lui. Mi aveva afferrata per il polso, trascinandomi quasi di peso fuori la porta. Che diamine volava adesso? Alzai lo suardo, guardandolo male.
Posso sapere cosa vuoi? Non so se hai notato, ma ero un tantino occupata..
Sorrisi di nuovo con malizia. Ecco, la vendetta era un piatto che andava gustato freddo. Andiamo Donnie, MANGIA ADESSO!
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