• Sectumsempra ~ Harry Potter Gdr }

FIERA D'AUTUNNO - ACCORRETE STUDENTI !

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keira trix lestrange
view post Posted on 29/9/2011, 10:43




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Fino a qualche giorno fa non avevo la benchè minima idea che Hogwarts avesse dato vita ad un torneo di quidditch con le altre scuole. Era davvero strano perchè nel giro di nemmeno un anno vi era stato prima quello in onore di albus silente e poi questo. Di una cosa però ero certa, con i nuovi prefetti e posti in carica il primo ministro, Tom, stava cercando in tutti i modi di riparare al malcontento delle famiglie di maghi e streghe in seguito alla battaglia dei mesi estivi. Non che fossi contraria a tutto ciò, ma sul serio un clima di festa e allegria avrebbe portato via il ricordo dei corpi morti e delle mura in fiamme ? Bè, per fortuna non facevo parte del club di accoglienza per quei maledetti freddi, ma avevo acconsentito ad aiutare Louise nell'acquisto di oggetti speciali. Diciamo che avrei dovuto comperare ciò che era inserito nella lista, col giusto nome e le giuste parole, ma volevo dare il mio benvenuto personale agli studenti di durmstrang, che quel giorno avrebbero gironzolato per hogsmeade nella fiera creata in loro onore, come veri ospiti di galà.
Uno schiocco di dita proprio davanti alla punta del mio naso mi fece sussultare. sollevai lo sguardo sul giovane ragazzo dall'altra parte del bancone che mi fissava con un sorriso cattivello stampato sul viso.
fatto. allora, questi rossi sono quelli normali, i verdi sono i tuoi.
Allungai la testa per sbirciare all'interno della busta e mi sollevai compiaciuta del suo lavoro. In realtà, avevo un accordo diverso con Louise.Sarei dovuta andare a Diagon Alley dai Tiri Vispi Weasley, ma non ne avevo una gran voglia, così avevo chiesto a Tyler di procurarmeli lui. Poggiai i galeoni all'interno del palmo della sua mano e lo ringraziai.
Mercì Ty. mi raccomando a mezzanotte non perdere lo spettacolo firmato keira lestrange.
Uscii da Zonko qualche secondo dopo e mi ritrovai immersa in un clima completamente diverso. All'interno del negozio dovevo fare attenzione ai trenini che mi esplodevano quasi in faccia, agli uccelli colorati che bruciavano vivi, alle caramelle che ti pizzicavano la lingua e così via. All'esterno, invece, c'erano stand e bancarelle di ogni tipo possibile ed immaginabile. Vendevano cibo, oggetti magici a poco prezzo , abiti persino. Gironzolai avanti e indietro, gettando l'occhio prima su una e poi su un'altra. Acquistai una sciarpina blu notte con le perline bianche e un paio di orecchini lunghi con sottofondo giapponese che cambiava ambientazione a seconda del tempo. Scambiai persino due chiacchiere con un commerciante di libri sulla sua attività, dato che qualche giorno prima avevo fatto una vera e propria pazzia, acquistando il ghirigoro e infine mi bloccai dinanzi ad uno stand completamente ricoperto di leccornie. " Caramelle tutti i gusti più uno, caramelle tutti i gusti per davvero ... signorina vuole un pacchetto di caramelle ? " Fissai un mago sulla cinquantina con una grossa pancia, una tunica nera , ma un cappello a punta verde smeraldo. Ok, aveva appena conquistato il mio cuore. Solitamente le odiavo le persone così esplicite, ma non seppi nemmeno spiegare il perchè, quel tipo sprizzava gioia da ogni poro e mi fece tornare il sorriso. non mi piacciono molto. odio quando escono al cerume o al vomito. che mi dice invece di quelli ? gli indicai dei grossi lollipop di tinte differenti. All'uomo sembrarono illuminarsi gli occhi dato che corse immediatamente verso la fila dei dolcetti e ne afferrò due, nemmeno ad indovinare, rosso e verde. " questi ? oh, questi solo speciali ... io li chiamo gocce di emozioni. Prendi questo verde. Se lo mangi ti da un effetto di continua speranza e felicità, questo rosso invece sta per la dolcezza e l'amore. Mi schiarii la voce. In effetti, non lo feci nemmeno finire di pronunciare la frase e li comprai entrambi. Che cosa avevo intenzione di fare ? Bè, io avevo bisogno di felicità . Non volevo essere la solita testarda e rompipalle piena di problemi e immersa nella solitudine e tristezza più profonda, anche se la mia situazione attuale delle cose purtroppo era proprio quella. Quindi, scartai la plastichina sulla parte superiore del lecca lecca e me lo infilai tra le labbra. L'effetto di pura felicità non tardò ad arrivare, tanto che senza rendermene conto stavo saltellando felicemente tra le stradine di hogsmeade. Iniziai a salutare persino gli studenti delle altre casate che presero a fissarmi stupiti come se avessi bevuto troppo whisky. Mandai un bacio al volo al mio migliore amico, Nott, che stava cercando di indicare ad una studentessa di Durmstrang la strada per Mielandia e poi trovai la persona che stavo cercando a pochi passi da me. Le girai attorno sempre saltellando e le lanciai al volo l'altro lecca lecca rosso. Aveva bisogno di molto più amore e dolcezza di qualsiasi persona al mondo in quel momento, soprattutto per quella piccola questione che conoscevamo entrambe. ehi fav, prendi , mangia e non ringraziare. le feci il segno del saluto con le due dita sulla fronte che poi spiccano il volo verso l'alto e tornai a gironzolare allegramente. Improvvisamente, però, mi resi conto che mi mancava l'aria. Mi ero agitata più del dovuto. Così mi sollevai sulle staccionate di fronte alla testa di porco e iniziai a fissare i passanti, leccando ogni tanto il mio lecca lecca color smeraldo. Fu in quell'esatto momento che mi ricordai chi già una volta prima di me aveva fatto grande uso di questi dolcetti. Ingoiai un pò di saliva e cercai di non pensare a lui, prima che il cuore ricominciasse a far male.
 
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melanie‚
view post Posted on 29/9/2011, 20:36






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Autunno, il cielo diventava scuro sempre prima e le giornate si accorciavano. Gli alberi cambiavano colore, dal verde brillante dell'estate, ai toni più caldi del rosso, arancione, giallo. E le foglie cadevano lentamente, gli alberi diventavano spogli e da un momento all'altro sarebbe arrivato l'inverno.
Quell'anno, questo periodo, mi metteva tristezza. Sebbene fosse una mia buona abitudine trovare almeno un minimo particolare positivo in ogni cosa, questa volta non ci riuscii.
Mi sembrava tutto malinconico. I mantelli per ripararsi dal freddo, le domeniche mattine passate sotto le coperte nel dormitorio, le burrobirre calde.
Mi sentivo fredda, ma non a causa delle temperature. Era un freddo interiore, che non poteva essere riscaldato.
Neanche la fiera d'autunno riuscì a sollevarmi il morale. Anzi, lo buttò ancora più sottoterra. Oltrei ai miei soliti compiti da Prefetto, quali le ronde notturne e stare attenta ai comportamenti degli studenti, se ne aggiunsero altri in occasione della fiera.
Organizzare quello, organizzare quest'altro. Tieni d'occhio i preparativi, assicurati che siano alla perfezione. Insomma, in questi giorni non avevo avuto un attimo di pace e non so quale forza strana aveva fatto sì che non andassi in tilt. Notai con piacere che nessuno degli altri sette Prefetti fosse impazzito. Bene, molto bene, almeno questo.
Non era facile, per niente. Per non parlare degli studenti di Durmstrang che avevamo accolto in occasione dell'imminente gara di Quidditch, o quello che diamine era.
La maggior parte di loro era fredda come i posti da cui provenivano, non sembravano simpatici e pensavano solo a quella competizione di scoper volanti. Beh, non adoravo il Quidditch, si capisce?
Quindi, questa fiera d'Autunno non sarebbe stato l'ideale del divertimento per me. Non vedevo l'ora che passasse.
Non c'era nulla che potesse farmi migliorare, per il momento. Dipendeva tutto da me. Per il momento, con un sorriso, fingevo che tutto andasse bene. E il mondo ci credeva, perchè all'apparenza sembravo serena.
Misi una mantellina sulle spalle e lasciai il castello, la fiera mi aspettava. Le bancarelle mi aspettavano. E soprattutto il lavoro mi aspettava.
Non ero molto contenta di ciò, ma era il mio dovere e dovevo rispettarlo. Un'altra piccola cosa che caratterizzava questo mio settimo ed ultimo anno a scuola.
Crack, crack. Le foglie secche a terra si spezzavano sotto i miei passi, per metà del tragitto quello fu l'unico rumore di sottofondo. C'eravamo soltanto io e la mia ombra.
Ma appena mi inoltrai nel villaggio, il chiacchiericcio della folla cominciò a farsi più forte, man mano che camminavo. Un forte odore di dolci mi colpì, mi voltai e vidi che proveniva da una bancarella. Quella era solo una dell'infinità di stand di quella fiera.
In prossimità delle giostre mi fermai, quello sarebbe stato sicuramente il posto più affollato, almeno ogni studente sarebbe passato una volta durante il giorno.
Mi fermai a comprare un bastoncino con dello zucchero filato intorno da un signore grassoccio e con due guance rosse rosse, aveva l'aria simpatica.
Cominciai così la mia giornata da lì, controllando che ogni cosa funzionasse nel modo corretto.


 
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favole ginevra potter
view post Posted on 30/9/2011, 13:29





-E.. Stop! Questa era buona, veramente buona. Favole stasera alla Fiera d'Autunno fammi quello sguardo da cerbiattina ferita, quello che ti riesce tanto bene. Apri questi occhioni verdi e condiscili di disperazione e dolore e sofferenza. Guarda il pubblico del teatro come se non ci fosse nulla da fare per te, come se il tuo unico amore ti avesse abbandonata per sempre e tu, tu povera principessa non sai dove andare. Devi scappare via, lontano, molto lontano, e non farti ritrovare mai più. Ma questa è la tua casa, lasciarla ti provoca un dolore insanabile al cuore e sai che non guarirai mai da queste ferite se non con la morte dell'anima e del corpo.-

Avevo alzato lo sguardo su Terry Canon, Sesto Anno, Corvonero. Direttore e coreografo dello spettacolo che il club dei cineasti di Hogwarts aveva deciso di mettere su per la Fiera. Era una rappresentazione teatrale un po' stile fiaba babbana, un po' arrangiata con diverse modifiche fatte da lui stesso. Aveva parlato con un tono così melodrammatico e sentito che vi giuro, mi aveva fatto venire veramente tristezza e avevo sugli occhi color smeraldo quell'esatta espressione che lui pretendeva da me.

-Eccolo! Ferma lì! Lo vedo, è nei tuoi occhi, nel profondo, sta affiorando in superficie.. Tienilo! Bloccalo! Fammelo stasera, dolcezza!-

Avevo indietreggiato perché mi aveva pure spaventata, ma purtroppo quel vestito pomposo che indossavo mi impediva movimenti rapidi e veloci; così avevo solo fatto qualche passo indietro osservandolo sconvolta e confusa. Si, facevo parte di una stupida recita scolastica.. Si, indossavo una specie di vestito da principessa ed ero tutta bagnata perché le prove le facevamo vicino al Lago Nero. Come è potuto accadere tutto questo? Ve lo spiego subito: tutto cominciò con la mia nomina di Prefetto. All'inizio credevo fosse la più grande fortuna che mi fosse mai capitata anche perché in questo modo avrei potuto vedere Pete un po' di più.. Bè, mi sbagliavo di grosso. Non solo dovevo portare la maledizione del mio cognome, ora anche questo. Terry aveva obbligato almeno un Prefetto per Casata, e a chi era capitata la sfiga? A me, naturalmente. Così, oltre alla mole di lavoro che avevo tutti i giorni da fare per l'organizzazione, adesso dovevo pure impegnarmi a recitare in quella roba. Era imbarazzante, ma da un certo punto di vista ero anche abbastanza calma.. Di solito sarei impazzita, avrei negato ogni mia possibilità di presenza. Questa volta no e le cose, anche se voi ancora non sapete, erano cambiate parecchio. Terry continuava a parlare di riprese, di luci, di messa a fuoco della scena e della mia immagine, ma non lo stavo ascoltando più. Aveva preso a girarmi la testa e un senso di nausea mi stava prendendo allo stomaco. Mi mantenni il vestito con una mano e con l'altra mi ressi in equilibrio sul muro lì vicino, abbassando un momento il viso sul pavimento finto della recita.

-Tutto bene Favole? Sei la stella dello spettacolo. Lo so, senti la pressione della fama.-

Ma che.. ? Annuii lentamente respirando a fondo e cercando di calmarmi. Di certo non potevo sentirmi così male proprio lì, davanti a tutti. Avrebbero cominciato a chiacchierare, a fare mille domande, e d'accordo non volevo proprio rispondere, almeno per il momento, perché era un segreto occhei.. ? Il mio piccolo segreto. Quella storia la conoscevano solo pochissime persone e queste includevano: Keira, Jaques, Jamie, Layla e stop. Nemmeno Gemma, nemmeno mia madre lo sapeva. Ah vabbè, naturalmente Pete perché era il diretto interessato. Di cosa sto parlando? Andiamo.. Ero incinta.. E quando il mio corpo avrebbe cominciato a trasformarsi mi sarei inventata una storia, un ragazzo conosciuto in estate, un estraneo.. Questa bugia solo fino a Giugno, quando il mio Settimo Anno ad Hogwarts si sarebbe concluso, quando Pete non sarebbe stato più il mio Professore di Volo e sarebbe stato libero di dire a tutti che era lui il padre, che voleva sposarmi e che mi avrebbe portato a vivere con lui. Una favola, esattamente come quella che dovevo interpretare per la Fiera d'Autunno. Mi bastava resistere solo fino a Giugno (tra l'altro nove mesi esatti) e non badare alle chiacchere come: "si è fatta mettere incinta da uno sconosciuto" oppure "adesso farà la ragazza madre" e cavolate simili. Dovevo solo resistere nove mesi e a Giugno tutto si sarebbe aggiustato: ce la potevo fare. Cercai di riprendermi e per fortuna l'aria del Lago mi fece bene perché riuscì a placare la nausea, così salutai Terry e gli altri della compagnia e mi diressi ad Hogsmeade perché avevo un sacco di cose da sbrigare durante la settimana della Fiera. No, io non me la potevo godere, sarei dovuta andare a destra e a sinistra ad occuparmi di questo e di quello. Ne avevo già abbastanza. Passai anche di fianco al Campo di Quidditch per vedere se le selezioni erano già iniziate, se Pete era già lì.. Ma lui non c'era, non ancora. Sospirai a fondo e continuai a camminare tenendomi quel vestito fino a raggiungere le prime bancarelle dove incontrai Keira che prese a saltellarmi attorno, e non riuscii a far a meno di sorriderle. La ringraziai per il lecca-lecca e poi lei scappò via così in fretta com'era venuta. Mia sorella così allegra poteva voler dire due cose: o aveva combinato qualcosa in stile Slytherin, o era triste e non voleva darlo a vedere. Mi ficcai il lecca-lecca in bocca e mi sollevai il vestito da principessa con entrambe le mani e mi incamminai per raggiungerla di nuovo beccando per la strada Melanie:

-Oh, ehi, sei qui.. Mi hanno incastrata alle prove per la recita di stasera, e devo ancora controllare che i biglietti per l'asta siano del numero giusto.-

Avrei anche continuato a lamentarmi con lei dei compiti che ci avevano assegnato ad entrambe per la Fiera, ma mi accorsi che un ragazzo mai visto si stava dirigendo dalla nostra parte e fissava proprio lei, o perlomeno sembrava stesse guardando spaesato verso la nostra parte. Uhm, Durmstrang?

-Lo conosci.. ?-

Mormorai a Mel incrociando poi finalmente lo sguardo di Keira poco distante; ecco, finalmente l'avevo ritrovata. Lasciai la mia Compagna di Casata a destreggiarsi con quel ragazzo e raggiunsi mia sorella che stava seduta su una staccionata davanti alla Testa di Porco.

-Che fai, mi scappi?-

Le chiesi sorridendole appena e stando ad osservare il suo sguardo perso chissà dove. Mi accomodai al suo fianco con un po' di difficoltà per via del vestito.

-Andrai a vedere le selezioni per il Torneo più tardi? Io ci vado.. Sai, il teppista.. Mi manca.. Ti va di venirci con me? So che Cole farà il provino..-
 
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adam ivanov
view post Posted on 1/10/2011, 11:18






Qualcosa di soffice ma allo stesso tempo inaspettato mi finì sul viso, facendomi svegliare di soprassalto . Spalancai prima un occhio e poi l'altro per osservare su chi la mia ira mattutina si sarebbe abbattuta, ma mi ritrovai faccia e faccia con gli occhietti piccoli di daniil e il sorriso sfacciato di nicolas. Eh no, avevano puntato sulla forza e di sicuro sarei partito svantaggiato se avessi impugnato la bacchetta. Daniil mi si precipitò addosso , in realtà sulla punta del letto, iniziando a saltellare come un pazzo. Nicolas, invece, si accomodò sul suo di letto e prese a osservare la fila di libri che c'erano sulla mensola al suo fianco. " fiera ... ti sei dimenticato che c'era la fiera, drug ?". stropicciai le palpebre con entrambe le mani e sbadigliai senza ritegno. Giusto, la fiera. Me n'ero completamente dimenticato e onestamente non mi andava molto di andarci. Preferivo trascorrere la giornata a letto a dormire, perchè si ero un gran dormiglione. Afferrai il cuscino di poco prima e lo rilanciai su daniil. otpravitʹsya v ad , voglio dormire. andateci voi . Il primo smise di saltellare e il secondo sollevò gli occhi al cielo. Fu l'ultima cosa che vidi prima di richiudere gli occhi e girarmi con la pancia in giù.
Quando qualche ora più tardi mi svegliai nuovamente ero solo e con un biglietto incollato sulla fronte. " Ci vediamo alla fiera, cazzone. Non fare l'asociale ." Oh, ma che grandissima palla.Mi tirai su ancora con la bocca impastata, feci il giro della grossa camera e mi avvicinai alla finestra dalla quale si vedeva in lontananza il lago nero. C'erano tante lucine e stand liggiù, persino degli aquiloni magici in cielo. Scrollai le spalle e sbuffando acconsentii da solo alla partecipazione. Mi infilai nella doccia, presi ad insaponarmi per bene , lavai i denti con cura e indossai la prima cosa che trovai nell'armadio : un paio di jeans, una maglia nera e una camicia sempre di jeans. Dio, che sollievo indossare gli abiti estivi. Mi sentivo più leggero. Hogwarts, infatti, mi ricordava la mia casa delle vacanze. Sistemai con un pò di gelatina i capelli e poi puff. in soli dieci minuti ero arrivato al lago nero e al vialetto che conduceva ad hogsmeade. Non riuscivo a pronunciarlo quel nome, ma shh, non ditelo in giro. Purtroppo non ero molto bravo in inglese. Avevo preso molte lezioni da piccolo, quel tanto da offrirmi una base da cui partire, ma non ero un eccellente bilingue. Ad ogni modo presi a gironzolare per le bancarelle. Vendevano cibo e oggetti di ogni tipo possibile ed immaginabile e fui immensamente felice di trovare la figurina di Igor Karfaroff che mancava dalla mia collezione. Da noi era fuori commercio. Il fatto bello di quella fiera era che noi studenti di Durmstrang non dovevamo pagare un bel niente. Era tutto gratis, potevamo comprare e abbuffarci come pazzi. Bè, non ero sciocco. Ne approfittai. Mi feci " regalare " un vecchio berretto, come quelli degli uomini di campagna, da portare in regalo a mio nonno e un paio di guanti con delle perline per mia madre. A mio padre, invece, presi da una bancarella di antiquariato un set di bicchierini da liquore con dello schotch tipico londinese. Almeno risparmiavo sui regalini. Stavo per prendere anche set da quidditch, quando qualcuno mi strattonò e mi fece attirare l'attenzione sulla sua figura. Un ragazzo era vestito in abiti medievali. Si, proprio quelle tutine piuttosto aderente che ti mette in risalto anche ... bè, le parti basse. Senza che me ne rendessi conto presi a seguirlo. Forse, ci sarebbe stato uno spettacolo e onestamente io & il medioevo andavamo a braccetto. Lungo il tragitto incrociai anche altre persone vestite in quel modo, fin quando non mi imbattei in una giovane che sembrava un specie di sirena. Evidentemente l'abito doveva pesarle un pochino, perchè sembrava troppo grande per lei, però la fasciava bene. Fu forse per fato che mi fermai a fissarla, perchè dopo poco bloccò un'altra ragazza dai lunghi capelli biondo platino. Non appena spostai la visuale, mi si illuminarono gli occhi. Conoscevo quella ragazza. Ci avevo parlato l'altro giorno e mi era sembrata simpatica. Cioè era l'unica faccia amica fino a quel momento che vedevo. La prima ragazza parve, però, accorgersi dei miei sguardi insistenti, tanto che se la diede a gambe e così ebbi strada libera per scambiare qualche parola. ehi ciao, tu sei melanie, giusto ?le porsi la mano . sapevo che fosse un gesto normale da queste parti, un gesto di saluto. Da noi erano molto più focosi , ti stringevano in un abbraccio fortissimo. Presi a fissarla un pò in imbarazzo, però non potetti far a meno di notare il suo abito. Era fatto interamente di pizzo nero ? Cioè, mi piaceva parecchio, era particolare e le stava bene. Io sono Adam. Hai presente ? Il tipo a cui hai promesso di fare da Cicerone. abbozzai un mezzo sorriso per essere convincente e sperando che non mi avesse preso per uno stalker o un pazzo.
 
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Victoria Lagerfeld
view post Posted on 3/10/2011, 17:49




Non erano passate neanche 24 ore e Victoria già non tollerava più Hogwarts.
Era arrivata nella tarda notte del venerdì al castello, accompagnata dalla carrozza di famiglia. Non era partita come tutti con l'espresso al binario 9 e 3/4 in quanto il 1 Settembre non le era statopossibile essere ad Hogwarts. Ma suo padre, Logan, aveva avvertito il preside sul ritardo di Victoria nell'iniziare le lezioni.
La ragazza aveva dormito tutto il giorno, per recuperare il sonno arretrato. Svegliatasi nel tardo pomeriggio ,dopo aver fatto un pigro giro nel castello per ambientarsi e conoscere la suanuova scuola, Victoria non poteva affermare di esserne entusiasta.
Hogwarts era austera e triste, non era lucente, sfavillante,sfarzosa e bella come Beaubatonxs. Inoltre il dormitorio dei Serpeverde, casa in cui era stata smistata, si trovava nei sotterranei ed era di una tristezza sconcertante.

Cioè dormire nei sotterranei??? Neanche i miei elfi domestici dormono nei sotterranei!

Pensò tra se mentre rientrava nel suo dormitorio.
Ma c'era qualcosa che la lasciava ancora più perplessa nonchè infastidita: la presenza di babbani nella scuola. Non aveva nulla contro i babbani ma per lei era inconcepibile la loro presenza nella scuola, figurarsi il fare magie. Per lei i babbani dovevano stare nel loro mondo mentre i maghi nella comunità magica.
La magia non era affare loro.
Rientrata in sala comune, un volantino attirò la sua attenzione.
C'era una festa ad Hogsmeade.
Un sorriso apparve sul volto della ragazza.

la giornata prende una piega diversa.

Pensò tra se mentre saliva nel dormitorio femminile per prepararsi.
Victoria adorava le feste.
Poco dopo usci dal castello.
L'aria era leggermente fresca ma non faceva freddo.
Victoria indossava un lungo abito blu cobalto che sfumava nel grigio, scollato sul davanti.
Il blu richiamava i suoi occhi, color ghiaccio.
I capelli moribidi e lisci le ricadevano sulle spalle scoperte.

Victoria+Secret+Fashion+Show+Arrivals+NgBxUc86NSCl

Arrivò poco dopo ad Hogsmeade.

è adorabile.

Pensò tra se sorridendo. Hogsmeade era un paese da cartolina, piccolo e adorabile. Alcuni studenti la guardarono come ammirati; Victoria non passava inosservata.
Si guardò intorno e si accese una sigaretta. C'erano tantissimi studenti di Hogwarts e qualche professore, anche se lei non conosceva ancora nessuno.
 
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melanie‚
view post Posted on 3/10/2011, 22:30




Miseriaccia! Per colpa di quello stramaledettissimo zucchero filato mi ero ritrovata le mani impasticciate, erano tutte appiccicose e non sapevo come diavolo fare.
L'idea di pulirmi sul mantello mi aveva sfiorato la mente, ma era una pensata pessima. E poi mi ritrovavo in un luogo pubblico, pieno zeppo di gente che mi avrebbe guardato con aria disgustata e no, non andava bene.
Pensai successivamente che avevo delle salviettine magiche nella borsetta che portavo sempre con me. Erano salviettine umidificate in grado di rimuovere qualunque residuo da ogni superficie.
Ne passai una su entrambi le mani, che divennero morbide e lisce. Avevo fatto una tragedia per nulla.
E a proposito di tragedia..
Un abito medievale veniva verso di me. Un lungo, scuro, pomposo abito che ricopriva l'esile figura di Favole. Per tutte le gelatinetuttigustipiùuno, era già l'ora della recita?
Mi guardai intorno e vidi che la folla era aumentata e si riversava sulle bancarelle. No, la recita ci sarebbe stata la sera. Evidentemente stavano facendo le prove dei costumi.

"Ehilà!"

Sorrisi in direzione della mia compagna Prefetto che, oltre ai compiti assegnati per questa fiera, doveva impersonare un personaggio in questa recita in cui dovevano partecipare almeno un prefetto per casata. Non sapevo nulla di più preciso a riguardo, solo che sarebbe stata molto simile a una favola babbana. Beh, non la invidiavo affatto.
Potevo ritenermi fortunata da questo punto di vista. Almeno non avevo un'altra cosa di cui lamentarmi. Come stava facendo Favole, prima di indicarmi un qualcuno e sparire tra la folla. Ma chi devo conoscere?
Rimasi come una stupida a guardarmi intorno alla ricerca di questo qualcuno che stava forse guardando o venendo nella mia direzione.
Era mattina, avevo mille pensieri in testa, altrettante cose da fare, come pretendete che fossi sveglia e attenta a ciò che mi capitava intorno?
Mi ritrovai poi di fronte un ragazzo alto, con spalle larghe e una faccia conosciuta. Era uno dei ragazzi di Durmstrang che cercava proprio me. E mi aveva trovata.

“Sì, sono io.”

Lo avevo conosciuto qualche giorno prima, al loro arrivo, mi sembrava abbastanza spaesato e allora mi ero offerta di aiutarlo. Alcuni credevano che questo fatto di dover accogliere studenti stranieri potesse vagamente somigliare al baby sitting. Io non la pensavo così, si trattava solo di essere gentile e disponibile. Solo per pochi giorni, poi sarebbero andati via.
Adam, questo era il suo nome che non avrei mai ricordato se gentilmente non si fosse ripresentato, ricordava chiaramente la mia “offerta d’aiuto”.
Gli strinsi la mano che avvolgeva completamente la mia essendo più grande. Pensai a poco prima, quando era tutta appiccicoso e profumava di zucchero filato; fortuna che avevo quelle salviettine. Mi venne da sorridere.

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“Beh, benvenuto ad Hogsmeade e alla Fiera d’Autunno. Queste sono le giostre..”

Mi atteggiavo a mo’ di guida di museo culturale, agitavo le braccia e indicavo di qua e di là, consapevole di risultare buffa e ridicola. Se fosse stata mia intenzione rimanere seria, mi sarei comportata di conseguenza. Intanto ci avvicinammo a una bancarella con dolci & co. Una delle tante.
Mi voltai verso Adam che osservava curioso e rimasi a fissarlo. Non sembrava affatto un tipo freddo e distaccato come avevo immaginato lui e i suoi compagni, uno di quei tipi alti, biondi, pelle bianchissima e guance arrossate e l’espressione burbera.
Non avevo neanche mai notato che..

“I tuoi occhi hanno un colore che non saprei definire, tra il verde e l’azzurro..”

Dissi malvolentieri ad alta voce, avrei preferito che quello rimanesse un mio pensiero. Invece avevo fatto la figura della stupida, per l’ennesima volta, con l’ennesima persona.
 
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. Morten Lestrange .
view post Posted on 4/10/2011, 11:19




Dopo avere dato ben due M.A.G.O. di cui uno in Pozioni, alla facciazza babba di McCoso, e uno in Cura delle Creature Magiche (che senso aveva chiamare questa materia cura delle creature magiche non l'avevo ancora compreso, in quanto le citate creature non venivano neanche mai curate, ma soltanto studiate e a volte nutrite) e il conseguente grande festeggiamento in Sala Comune Slytherin, cosa ci sarebbe stato di meglio da fare che una settimana di relax?

Il Quidditch no?

Credo che tutti sappiate che mi ero preso un anno sabbatico (anche se onestamente agli inizi non pensavo sarebbe proprio stato un annetto, ma ritenevo più probabile un "sabba" di qualche annetto) da quello sport, perchè ormai ad Hogwarts non c'era più nessun record da abbattere, nessun altro trofeo da vincere, nè a livello personale nè di squadra, che i Serpeverde e Morten Lestrange non avessero conquistato annientando la concorrenza.

Certo, per i poveri Grifo***ca quell'anno senza Greyback, Zabini e Lestrange dev'essergli sembrato proprio l'anno buono per riuscire finalmente a mettere le loro luride zampacce leonine su quel trofeo chiamato Coppa del Quidditch, ma ahimè, persino a loro era andata male, giacchè erano stati fregati nella partita decisiva da quei Corvacci.
I Serpeverde? Meglio non parlarne, che erano riusciti a farmi andare di traverso tutti i tranci di pizza che avevo mangiato durante le loro partite, ma almeno, erano riusciti a salvare la faccia riuscendo a battere quei scarsoni dei Tassozozzo.
Mai avevo visto un'annata più scarsa di quella...e per fortuna che buona parte di quelli che giocavano se n'erano andati in fretta, perchè rischiavano grosso.

Tuttavia, c'era stata una gradita sorpresa.
Un torneo di Quidditch tra le varie scuole di magia.
E Hogwarts avrebbe partecipato, con una squadra unica, senza differenze di casate, sesso e età.
Il pensiero mi faceva un po' ribrezzo, io che giocavo con gente tipo Potter, Paciock e via discorrendo con tutti i cognomi imbarazzanti che vi posson venire in mente, ciononostante, era un'occasione per asfaltare quelle pere cotte di Durmstrang, che si credevano gli inventori del Quidditch e dimostrargli che a Hogwarts regnavano i Serpeverde.

Però, per precauzione, si sa mai che quei babbei delle altre case rovinassero tutto, meglio mandare pure un gufo a Riley, vista la perdurante assenza di Damien, anche se in teoria doveva ritornare ad Hogwarts a fare gli ultimi esami tipo me...

Però, non si sa bene perchè, bisognava pure organizzare una festa di benvenuto, anzi, diciamo pure una fiera ad Hogsmeade per quei crucchi/slavi/nordici per farli acclimatare meglio...
Ma che stupidaggine è questa?
Tanto le avrebbero prese di santa ragione, quindi tanto valeva che se ne stessero nella loro barca (che avrebbe intasato con la sua mole scura il Lago Nero in aggiunta) e socializzasero tra di loro come facevano sempre nella loro scuola.
Poverini, eran tutti maschi laggiù...chissà quanti uomini moglie!!!

E come se non bastasse già la loro ammorbante presenza, ai Prefetti appena nominati era stato assegnato il compito di supervisionare la fiera e assicurarne il proprio regolare svolgimento.
Ma mi ci vedete me che distribuisco dolcetti, canditi, caramelle col sorriso sul volto?
Nemmeno per sogno.
E neanche c'avevo voglia di recitare, perciò la parola d'ordine della giornata era SUBAPPALTARE!
A qualche bubbone del settimo anno serpeverde, particolarmente bravo nel spaventare la gente, avevo affibbiato la sorveglianza e la sicurezza dello stand di cui ero responsabile, mentre alle prove delle recite avevo mandato un sosia abilmente imbevuto di pozione Polisucco che gli fornivo io personalmente (sia mai che quello si prendesse delle libertà poetiche e s'aggirasse per Hogwarts con le mie sembianze), mentre io mi sarei diretto con calma, verso le bancarelle, preso qualcosa da mangiare, e avrei aspettato con calma che arrivasse il momento delle selezioni (che erano l'unica ragione che mi aveva spinto ad uscire dai Sotterranei) seduto sopra alla staccionata all'angolo dove la strada principale dell'unico paesino completamente libero da Babbani di tutta la Gran Bretagna s'incrociava con quella proveniente dalla stazione ferroviaria.

Però, (quanti però oggi), trovai il posto già occupato dalle mie due sorelle, entrambe nello stesso luogo e nello stesso momento...quelle due si davano appuntamenti regolari e me non m'invitavano mai a questi incontri...ma vabbbè, meglio metterci una pietra sopra.

Salve sorelline adorate...

Dissi, facendo un ampio gesto con la mano a mo' di saluto e salendo sulla staccionata, sullo steccato, sulla palizzata, chiamatela come volete, a seconda delle vostre preferenze...

Visto che voi siete molto amiche della nuova Preside, mi spiegate come mai quelle perette di Durmstrang hanno tutto gratis?
E inoltre perchè state ciucciando lecca-lecca?
No ferme non voglio saperlo!

 
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margot .
view post Posted on 4/10/2011, 18:28




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Dolce e chiara è la notte senza vento, diceva una citazione babbana di un certo Leoncino o Leopardo. L'avevamo studiata al sesto anno durante Babbanologia, e mi era rimasta impressa nonostante non fossi un'amante di quella materia. Semplicemente riusciva a descrivere appieno quella sera di Ottobre ad Hogsmeade.
Rigirai tra il pollice e l'indice della mano destra una pallina di vetro, con delle decorazioni dorate sopra. Al suo interno un vorticoso fumo rosso sangue come i miei capelli non accennava a sparire. Era tutto il giorno che controllavo quella ricordella, comprata proprio quel mattino alla fiera per inaugurare gli acquisti.
Ed era proprio quella mattina che ero rientrata dalla mia amata Londra. Non che avessi trascorso una vera e propria vacanza: tutt'altro. Avevo dovuto svolgere delle commissioni per Hogwarts e firmare una pila immensa di pergamene al Ministero della Magia. Una settimana prima avevo concluso i M.A.G.O., altresì detti 'Magie Avanzate Grado Ottimale' e bla bla. Insomma, per farla breve, ero diventata a tutti gli effetti la nuova Preside di Hogwarts.
Ad essere sinceri quel nuovo incarico ancora non mi sembrava reale, e lo dico a bassa voce, non ne ero neanche molto entusiasta perchè i miei progetti per il futuro erano viaggi in giro per il Mondo che potessero farmi dimenticare tutto il resto... Un modo per fuggire da quella quotidianità grigiastra.
Ma ritornando alla Ricordella... c'era qualcosa che cercavo di ricordarmi. O meglio, diciamo le cose come stanno: cercavo di evitare in tutti i modi che quel qualcosa riuscisse ad invadermi nuovamente la mente. Erano i primi di Ottobre, ed io volevo pensare il meno possibile davvero. Primo, perchè mancavano poche settimane ormai ad Halloween, la festa del Mondo Magico per eccellenza. E poi perchè per una settimana gli studenti di Durmstrang sarebbero stati ospiti nel castello di Hogwarts.
A dire il vero avevamo organizzato quell'incontro in fretta e in furia, ma nonostante ciò il progetto stava andando a gonfie vele. Almeno per il momento.
Lasciai scivolare la Ricordella nel taschino dal vestito a fiori autunnali e spostai i lunghi capelli sulla spalla sinistra. C'erano ancora tante cose da sistemare alla fiera, che almeno sarebbero riuscite a tenermi la mente occupata. Strinsi la bacchetta e la alzai verso il cielo. Ci voleva più luce, un'atmosfera ancora più magica...
Pronunciai a bassa voce qualche parolina e alcune lucciole bianche iniziarono ad invadere lo spazio circostante. Facevano un bell'effetto perchè il cielo era di un color indaco scuro, ma la notte ancora non era scesa del tutto. Mi voltai perchè in quel momento sentii dietro di me Favole e Melanie parlare tra di loro.
La Potter era un incanto con quell'abito antico per la recita. Qualsiasi cosa indossasse quella ragazza le stava bene. Salutai entrambe le Prefette Gryffindor con un sorriso e un cenno della mano, prima di voltarmi nuovamente e afferrare la grande scatola nera di velluto. La strinsi al petto per non lasciarla cadere e a passo veloce mi addentrai nella folla di studenti intenti ad osservare le varie bancarelle. Riuscivo a muovermi agilmente perchè avevo avuto una brillantissima idea: niente tacchi, soltanto un paio di converse basse rosa chiaro, che si intonavano con i fiorellini del vestito. Era tutto perfetto, Hogsmeade era perfetta. E allora perchè sentivo che qualcosa mancava?
Salutai parecchi studenti, sia di Hogwarts che di Durmstrang.
L'obbiettivo principale della fiera era farli sentire a casa propria, ecco perchè avevamo preparato tutto con così tanta cura. Ad un certo punto, in una specie di piazzetta circondata da stand di ogni tipo, c'era una sorta di tavolino rotondo, situato su una piccolissima altura. Salii i tre scalini e posai la scatola nero sul tavolino.
Vi posai sopra la bacchetta e magicamente il contenitore si trasformò in una coppa dorata scintillante. Sorrisi, indietreggiando e osservandola. Chi tra le due scuola di magia l'avrebbe vinta? Avrei tifato per Hogwarts e concedetemelo, ero convinta che avremmo vinto anche perchè giocavamo in casa. Osservai divertita molti ragazzi che guardavano il premio come dei materialoni e scossi la testa. Me ne tornai dov'ero poco prima, e credetemi, gli studenti sembravano addirittura raddoppiati nell'arco di pochi minuti. Ovviamente non riuscii a scorgere i miei due migliori amici, anche se non sapevo se uno di loro due poteva essere definito esattamente così. Cioè, non ne ero ancora sicura, ecco.

Visto che voi siete molto amiche della nuova Preside, mi spiegate come mai quelle perette di Durmstrang hanno tutto gratis?


Alzai gli occhi al cielo. Era un caso perso alle volte, davvero.

Perchè sono nostri ospiti e gli ospiti si trattano bene. Approposito, non dovresti essere sotto il tuo stand, Morten?

Evvai, potere a me. Lo ammetto, mi gasava un sacco abusarne un pò su alcune persone. Rivolsi quindi un sorriso a trentasei denti a Morten e mi voltai verso Keira. Le sorrisi, posandole una mano sul braccio.

Grazie per il tuo aiuto, davvero. Sono sicura che gli studenti di Durmstrang apprezzeranno moltissimo.

Vi state chiedendo a cosa mi riferivo? Allo spettacolo dei fuochi d'artificio, programmato per mezzanotte in punto. Keira mi aveva offerto il suo aiuto anche se, ad esserne sincera, non ne capivo appieno il motivo. Alcuni giorni prima mi evitava e poi diceva che ci teneva ancora a me? Avevo apprezzato molto quel suo gesto, perchè davvero per me era come una sorella, la sorella che non avevo mai avuto oserei dire. E perderla davvero sarebbe stato difficile da accettare. Guardai il trio Favole-Keira-Morten e abbassai lo sguardo come a scusarmi per quella interruzione e mi voltai, iniziando a camminare tra le stradine gremite di gente. Volevo godermi anch'io la fiera, almeno per una manciata di minuti. Intravidi a pochi metri da me un ragazzo di spalle, alto, con i capelli di un biondo familiare. Corrugai la fronte senza capire. Non poteva essere lì, no? Mi avvicinai, posando una mano sul gomito del ragazzo e facendolo voltare verso di me. Trasalii.

Scusami, pensavo fossi un'altra persona.

Me ne andai quasi correndo, quasi morendo per la vergogna e un pò per la rabbia. Ancora ci pensavo? Dovevo smetterla. Osservai la coppa scintillare con uno sguardo quasi deluso.
Poco importava, avrei trovato qualcuno come lui.


Edited by margot . - 4/10/2011, 20:02
 
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view post Posted on 6/10/2011, 21:28
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Avere la macchina era una delle poche cose che realmente conveniva in quel periodo, dato il freddo era comodo uscire dentro la propria auto quando si poteva e soprattutto dato che avremmo fatto la fiera, era ottima per portare i dolcetti (ebbene si, non avrei dovuto fare nulla...ma alla fine sono finito al banco gastronomia, non fisso e non a cucinare, supervisore ma non resistivo al fascino della culinaria) cosi la mia bella macchina sportiva era diventata un carretto per dolci; avevo trasportato torte tortine, zuccotti e quanto altro per l'intera giornata! Ero riuscito a malapena a cambiarmi, per non avere odore di zucchero e di cotto...anche perchè mi sarei dovuto rivedere con Quinn e quindi, volevo essere...presentabile, non di più! Infondo aveva detto che avremmo vissuto la cosa alla giornata e quindi volevo passare una splendida giornata con lei, perchè, per me stare con lei era fantastico, era la persona giusta a mio avviso...mi sentivo forte, tanto da aver picchiato Puckerman per lei, e mi sentivo cosi sicuro di me...
Era speciale.
Marcus!!! Servi al banco muoviti!
La voce di Terence un mio concasato mi riportò alal realtà, avevo altre cose da fare e quindi non potevo restare lì a fantasticare. Dovevo mettermi di impegno e fare la mia parte per quella fiera. Avevo intravisto Favole che era impegnata nella recita, con quel vestito era davvero particolare...ma Canon diceva che era perfetta per la parte..quindi, chi osava contraddirlo.
Avevo tra le mani l'ultima scatola di dolcetti alle casate, dopo quella avrei dovuto mandare un gufo a mielandia per ordinare dei dolci normali, poichè quelli preparati da noi erano tanti ma di certo non sarebbero mai bastati, le fiere mettono fame e contando che c'era il Quidditch anche! Già...non avevo partecipato alle selezioni, non perchè non fossi determinato o meno, la mia squadra aveva vinto la coppa l'anno prima e di sicuro ero il miglior portiere di Hogwarts...ma non sò..mi sentivo strano, forse era dovuto a quello che era accaduto durante l'allenamento iniziale, era una semplice partita, ma per un'uscita anticipata, avevo fatto finire, in infermeria, per una settimana l'aspirante cacciatore Serpeverde sinceramente, mi aveva un pò scosso come cosa...ma Caius diceva che era una cosa che poteva capitare, in uan partita vera succedeva di peggio ed io dovevo saperlo (Non tutti sanno che al mio secondo anno, quando entrai in squadra, stavo perdendo le mie belle gambine poichè dei bolidi avevano distrutto un palo degli anelli e quello stava ricadendo su di me...)
Fissai il campo allestito e sorrisi.
Ecco i dolcetti che tuti amano! Dolcetti per ogni casata!!!
Dissi alzado il tono, mentre posavo le scatole nel retro dello stand e mettendomi il mio grembiule e cappellino, anche ridicolo, da chef. Per fortuna sotto, avevo l'abbigliamento adatto! Sorrisi ad alcuni ragazzi di Durmstrang che si erano avvicinati incuriositi e ad altri del castello.
Tieni un bel dolcetto corvonero per te!

 
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Pete;
view post Posted on 8/10/2011, 17:37





Era finalmente giunta quella stramaledetta fiera d’autunno e naturalmente io ero in ritardo perché non mi ero svegliato. Okay lo ammetto, mi avevano preso per ricoprire quell’incarico solo ed esclusivamente perché me la cavavo più che egregiamente sulla scopa e non perché avessi chissà quale attitudine per l’insegnamento anzi, la mia capacità comunicativa con gli studenti non era molta a mio parere. Tutti gli studenti mi trovavano simpatico e alla mano ed era forse proprio questo il problema: non riuscivo a essere mai totalmente professionale. Sarà stata sicuramente colpa della mia giovane età (ventiquattro anni non sono così tanti) ma mi sentivo spesso accomunato agli allievi con cui invece avrei dovuto mantenere un rapporto più distaccato risultando quindi sicuramente noioso e arcigno. Erano così i professori di oggi e mi sarei dovuto abituare a fare altrettanto anche se quando ti vedevi un Lex Cassius Cole davanti non potevi fare a meno di scherzare con lui. Quel ragazzo era uno spasso, dico sul serio, sarei stato il suo migliore amico se fossimo andati a scuola insieme e non aveva proprio tutta l’aria da spocchioso Serpverde. Ops preferenze vedete? Anche questo non andava per nulla bene. Ogni insegnante che si rispetti non ha pregiudizi o simpatie particolari ma vi garantisco che alle volte è davvero troppo difficile non cedere alla tentazione. Naturalmente avrei preso in squadra chiunque si fosse mostrato davvero degno di ricoprire un ruolo, che fosse Serpeverde o Corvonero, ma non potevo fare a meno di avere le mie simpatie a pelle che davvero andavano oltre la casata di appartenenza. Tipo c’era un Tassorosso che detestavo, Abel Sparrow o qualcosa del genere, ma perché era proprio lui a cercarsele. C’era un gran fermento giù in paese e mi sentivo osservato mentre camminavo fra gli stand allestiti da studenti e insegnanti diretto al campo lì vicino dove si sarebbero tenute le selezioni. Indossavo una tuta per stare comodo e avevo la mia nuovissima scopa appresso. Il compito che mi era stato affibbiato era arduo: dovevo selezionare fra tutti gli studenti di Hogwarts quelli che avevano le caratteristiche necessarie per far parte di una squadra speciale per il campionato giovanile in cui avrebbero partecipato tutte le scuole di magia. Quella fiera era stata messa su anche per questo. Il castello ospitava studenti stranieri per l’evento e la preside voleva che ci msotrassimo il più cortesi ed educati possibili, riempiendo i nostri ospiti di buon cibo, vino elfico e divertimento. “ Fateli sentire come se fossero a casa loro”, aveva detto Louise, la nuova preside in carica. Se fosse dipeso da me gli avrei mandati via a calci in culo senza troppe cerimonie ed era per questo che ero deciso a mettere su la più brillante squadra mai vista ad Hogwarts: dovevamo spaccargli il muso.
Ci tenevo a queste cose, tenevo al fatto che i miei ragazzi portassero a casa un’altra coppa. C’era da dire anche che tutta questa rabbia che mostravo e la determinazione a rispedirlo da dove erano venuti dipendeva anche dal periodo di merda che stavo passando. No gente, non si trattava di semplici guai passeggeri o storie d’amore finite male: c’era in ballo la vita delle persone a cui tenevo di più al mondo e avrei fatto di tutto per proteggerle, anche a costo della mia vita. Avevo combinato un casino colossale, la firm era quasi morta e sepolta e non potevo vedere Favole quando ne avevo voglia. Eh già, le voci cominciavano a girare nel castello. Pettegolezzi e gossip infondati per di più, ma era sempre l’inizio della fine e dovevamo arginare il tutto. Come? Non potevamo più vederci tutte le notti, in primis; in secundis Favole doveva fingere di stare con qualche ragazzo per sviare i sospetti e per attribuire a qualcuno di concreto la paternità di Thomas così la gente avrebbe smesso di parlare di noi e avrebbe avuto pane per i suoi denti. Chi poteva essere il prescelto se non Jamie Campbell? Al pensiero serrai i pugni istintivamente, stringendo le dita più forte intorno al manico della mia scopa. No, non era per nulla un periodo facile. Non potei fare a meno di guardarmi attorno alla ricerca dei suoi occhi verdi che vidi dietro ad uno stand, indaffarati a scrutare fra la folla. Possibile che anche lei mi stesse cercando? Quando i nostri sguardi inevitabilmente si incrociarono le feci un cenno del capo e un sorriso perché io l’amavo, giuro. Nessuno avrebbe notato quel gesto e non ero riuscito proprio a evitarlo. In realtà sarei voluto correrle incontro e abbracciarla fortissimo ma non potevo, lo sapevamo entrambi. Notai che aveva addosso il costume di scena e quindi sollevai il pollice della mano libera in alto come a dirle tacitamente "Fagli vedere chi sei, principessa bella!" e le strizzai anche l'occhio in segno di apprezzamento: era davvero magnifica cazzo e Dio solo sa quanto avrei voluto vedere la recita. Tornai a guardare di fronte a me superandola e sgusciando fra tutta quella gente, arrivando finalmente al campo dove già alcuni studenti erano seduti sugli spalti a parlottare. Erano quasi tutti sulla stessa curva delle scalinate dello stadio quindi non mi sarebbe stato difficile alzare un po’ la voce e farmi sentire da tutti anche perché il campo era una riproduzione più piccola di quello che c’era al castello.
Non tutti erano lì per i provini, molti volavano solo assistere e mi rivolsi solamente a quelli con le divise dai colori della loro squadra di appartenenza e a quelli che si mangiucchiavano le dita per il nervosismo.
- Salve a tutti. Sono felice di notare che siate stati in parecchi ad iscrivervi a queste selezioni, bene bene.-
Mi misi a camminare avanti e indietro mentre sfogliavo velocemente l’ elenco dei nomi die partecipanti per poi riprendere a dire ad alta voce sollevando lo sguardo sugli spalti.
Credo che ognuno di voi sappia il perché è qui: sto “reclutando” giocatori validi per mettere su una squadra speciale per il campionato mondiale di Quidditch giovanile. Necessito di sette giocatori: tre cacciatori, due battitori, un portiere e un cercatore. Sceglierò i più bravi ed esperti perché, sinceramente parlando, ho voglia di spaccare il culo ai nostri adorabili ospiti, senza offesa.-
Feci un largo sorriso e un ironico inchino reverenziale a mo’ di scusa verso quei pochi studentelli di Durmstrang seduti sugli spalti che mi guardarono con palese odio e risentimento. Ora che ci pensavo, anche quel ragazzino che andava dietro a Favole era di Durmstrang: di male in peggio. Tornai a concentrarmi sui miei studenti facendo tacere con un gesto della mano le risatine di alcuni per proseguire.
- Se non siete muniti di scopa li potrete prenderne una in prestito dalla scuola. Di norma dovremmo procedere in ordine alfabetico ma chissenefrega, chi vuole iniziare? Si faccia avanti qualcuno dicendomi il suo nome, il suo cognome, la casata e l’eventuale ruolo che ricopre nella squadra della sua casa. -
Spalancai le braccia scorrendo lo sguardo sui ragazzi che lo guardavano con gli occhi un po’ sgranati. Era un professore tanto fuori dal comune?


Marta mi ha detto di aprire all'interno della fiera e così ho fatto. Per gli studenti che si sono iscritti alle selezioni si procederà così:ognuno di voi dovrà scrivere un singolo post nel quale descrive al meglio l'azione di gioco del suo personaggio, muovendo naturalmente anche Pete Dunham che sarà l'unico con cui il vostro pg interagirà durante la prova. Non descriviate acrobazie troppo "eroiche" perchè nessuno degli studenti è un campione del mondo di Quidditch quindi certo potrete descrivere azioni brillanti e passaggi sensazionali ma siate realistici scivendo magari anche di qualche palla mancata. Se qualcosa non vi è chiaro contattatemi privatamente.
 
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adam ivanov
view post Posted on 10/10/2011, 09:12




Esser cresciuti, aver vissuto per così tanto tempo in luogo e improvvisamente essere catapultati in un altro era la sensazione più strana e folle al mondo. Ero abituato al freddo ghiacciante di Durmstrang ( non vi dirò dove si trova, poichè è proibito ), ero abituato alla divisa foderata di pelliccia calda, ero abituato alla neve perenne. Ora, invece, mi ritrovavo in un luogo dove pioveva sempre, ma dove faceva un caldo pazzesco, almeno per i miei standard. A Durmstrang ognuno aveva la sua camera, ognuno poteva abbellirsela come cavolo voleva e vi dico che la mia era da sogno con tutte le bandiere delle mie squadre preferite e ritagli vari di giornale, ma ora ero costretto a dividere ogni cosa con quelli sfaticati di Nik & Daniil. Non che la cosa mi dispiacesse, ma ero un dormiglione e se qualcuno mi lanciava un cuscino in faccia non lo dimenticavo. Amavo fare la doccia e starmene sotto il getto per minuti e minuti, ma Nick era il solito giocherellone . La sera prima era riuscito persino con un incantesimo a trasformare l'acqua in fango e credo che le mie urla le abbiano sentite tutto il dormitorio di corvonero, dato che la preside Louise ci aveva posizionati in un'ala sottostante a quest'ultimo e anche poichè mentre scendevo alla fiera avevo sentito due studentesse pronunciare le suddette parole " ma questi ragazzi di durmstrang sono troppo chiassosi". Ops, scusate, avevo dimenticato che gli inglesi sono tutti silenziosi e perfettini.
Insomma, quella mattina avevo un pò la vena storta, ma molto storta. Per fortuna, che incontrai quella ragazza bionda così' gentile, però. Si chiamava Melanie. La mia bisnonna si chiamava Melanìe e nonna Katrina ripeteva sempre che il nome di sua madre significasse " dolcezza" secondo uno strano rituale che praticavano. Bè, a dirla tutta Melanie sembrava davvero dolce e molto disponibile ad aiutarmi. Per un attimo avevo creduto che si fosse completamente dimenticata di me. Non che potessi pretendere chissà cosa, le avevo parlato mezza volta e su quell'aggeggio babbano, ma quando avevo visto la ragazza sirena avvicinarsi a lei, mi ero sentito in un certo senso meno solo e anche stranamente sereno. Camminare con lei si era rivelato difatti davvero piacevole. Era un'ottima guida e mi incantavo a seguire il movimento delle sue mani, che mi indicavano passo dopo passo a che stand ci stessimo avvicinando, ma anche in che luogo di quel famoso paesino ci trovassimo. Mi soffermai a lungo con lo sguardo dinanzi ad un negozio che vendeva oggetti per il quidditch. Ero fissato. Sapevo che i ragazzi babbani erano fissati per il football, io ero un patito di Quidditch. Ero nato con la scopa in mano.

Ehi , questo negozio vende anche i set per il quidditch ?

Le urlai quasi dietro, correndo nella sua direzione. L'avevo persa per un breve attimo , ma avevo subito azzerato la distanza.
Ci fermammo dinanzi ad una bancarella che vendeva dolci e leccornie varie e presi a osservare ogni strana sorta di cibo che si trovasse su quel bancone. Cavolo, erano super colorati. Fui più che sicuro di aver assunto una espressione buffa, perchè i miei occhi si illuminarono come quelli di un bambino piccolo, quando si trova catapultato nel mondo delle fiabe. Si, io e Melanie, eravamo Hansel & Gretel e quella era la nostra casa di zucchero.
Fu in quell'esatto momento che la mia Gretel fece quell'affermazione sui miei occhi, che mi fece scaldare il cuore. Giuro, che mi sentii un pò in imbarazzo, ma apprezzai molto. Mi voltai a fissarla e allargai le labbra in un sorriso sincero.

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Mia madre ha gli occhi dello stesso colore dell'oceano; quelli di mio padre, invece, sono verdissimi. Ti giuro che sembrano degli dei in confronto a me. Anche se a dirla tutta, i tuoi sono ancora più particolari. Sono dello stesso colore del ghiacchio fuso con l'orizzonte del cielo.

L'avevo detto tutto di un fiato. Era successo che mentre stavo parlando con lei, non avevo fatto altro che fissare i suoi di occhi e mi ero perso nella loro descrizione come se fosse naturale. Forse, avevo un tantino esagerato, ma non aveva importanza. Mi piaceva dire tutto quello che pensavo. Non ero timido. Non lo ero mai stato. Avevo un carattere forte e i miei genitori dicevano sempre che poteva essere un bene, ma allo stesso tempo anche un male per me.
Rimasi imbambolato , continuai a fissarle le iridi, fin quando un ragazzo dai capelli castani non ci si avvicinò con un vassoio pieno di tortine. Erano i dolcetti delle casate e quel tizio voleva per forza offrirmene uno di corvonero. Scossi la mano più di una volta e poi ne afferrai due rossi.

izvinite drugu, preferisco il rosso. è il mio colore preferito.

Mi voltai verso Melanie e le posizionai l'altro nel palmo della mano, ma subito mi bloccai e inizia a pensare. Forse, avevo commesso uno sbaglio.

Aspetta. Tu fai parte della casata rossa, vero ? Perchè se così non fosse avrei appena fatto una grande gaf.

Mi passai la mano nei capelli , per il nervosismo e iniziai a guardarmi attorno, in attesa della sentenza. La mia attenzione ricadde su un edificio in lontananza. Era circondato dagli alberi e riuscivo a vederne solo la parte superiore, la punta un tantino inclinata. Ne avevo sentito parlare. Daniil diceva che ci fossero i fantasmi ; non quelli buoni che gironzolavano per hogwarts, ma gli spiriti malvagi. e indovinate ? io ero super curioso.

Ci sei mai andata lì ?

Le indicai con la punta della mano la Stamberga Strillante.
 
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lex fucking cole.
view post Posted on 10/10/2011, 12:06





Il grande giorno era arrivato, ebbene si. La tanto attesa Fiera d'Autunno era cominciata ed io non stavo più nella pelle. Quest'anno però non avrei gironzolato fra le bancarelle insieme al mio man come tutti gli anni facendo i cazzoni come al solito e rubando le caramelle a quelli del Primo Anno. Tutto era diverso adesso, ogni cosa era cambiata, mutata. Forse in meglio, o in peggio? I don't know, sapevo solo che c'era qualcosa di differente rispetto agli altri anni. Avevo passato le ultime settimane al Campo di Quidditch. Non mi ero mai fatto vedere da nessuno ad eccezione del mio sweet heart e di sfuggita qualche volta da Ginger. Non mi andava di chiacchierare con le persone, non mi andava di dare spiegazioni, non mi andava di rispondere a domande del cazzo. Eh si, perché la mia storia ormai conclusa da un po' con Keira Trix Lestrange faceva parecchio il suo scalpore; anzi no, mi correggo, era decisamente l'argomento più in voga degli ultimi giorni. Al Castello di Hogwarts non si parlava d'altro sinceramente e la cosa mi dava anche parecchio fastidio. C'era chi diceva che lei avesse tentato di farmi un Maleficio dei suoi, dato che ormai veniva considerata una Fattucchiera, c'era chi ipotizzava un possibile tradimento visto che io e Jaques eravamo considerati le più teste di cazzo di tutto il Castello. Altri invece vociferavano su una mia presunta "storia" con la nuova Preside di Hogwarts, il che non era del tutto errato, ma non sapevano proprio di cosa stavano parlando. E' vero, ero stato con Louise una volta sola, allora? Non stavo più con Keira, anche se lei l'aveva giudicato alto tradimento solenne, e anche la giovane Preside era libera e felice di farsi allegramente i cazzi suoi. Ma no, avevano scambiato tutto per chissà quale orribile gesto, soprattutto Keira che mi aveva dato contro in mille modi ed era perfino scappata via per qualche giorno. Comprensibile direi, ma un tantino esagerato a mio parere. Non aveva fatto altro che tirare la corda, per tutto l'anno… Avevo cercato di farle capire in tutti i modi che, se l'avesse spezzata, tutto sarebbe andato a puttane. Ma no, il suo carattere, il suo essere Slyth e la sua presunzione prima di tutto. Ci eravamo lasciati, perfetto. E quindi non ero libero forse di stare con chi volevo? O dovevo ancora fare il suo giocattolino per l'eternità mentre lei continuava imperterrita a fare i suoi comodi? Certe volte non capivo proprio il suo comportamento, ma comunque la fase del -cistodacanienonsocosafaredellamiavita- era ormai passata, ahimè ero andato oltre. Certo, Keira sarebbe rimasta per sempre nei miei ricordi, ma adesso era il passato. Avevo bisogno di pensare per una cazzo di volta a me stesso e ai miei amici; se era destino che tornassimo insieme bè, sarebbe avvenuto. Non mi andava nemmeno più di correrle dietro: eravamo rimasti amici, se aveva bisogno di me sapeva dove trovarmi, non ero di certo scappato dal Castello come avevano fatto lei e Louise. Al contrario di ognuna di loro io non mi vergognavo di nulla perché sapevo di avere ragione. Un ragionamento troppo da Slytherin? Può essere, ma è ciò che sono e avrei fatto bene a rendermene conto prima o poi anche io. Basta farsi mettere i piedi in testa. Forse Keira aveva smesso di cercarmi perché ormai frequentava un tizio più grande che aveva conosciuto da due giorni e con cui aveva scopato senza nemmeno quasi sapere il suo nome. Non sto giudicando, per niente. Dico solo che la realtà dei fatti è questa, mica è colpa mia. Ma tornando a noi, per tutte queste ragioni avevo deciso di fare una pazzia:

-Lex Cassius Cole, Settimo Anno, Serpeverde. Non ho mai avuto un ruolo in squadra. E' la prima volta che faccio un provino di Quidditch.-

Feci un passo in avanti sollevando gli occhi al cielo. Quando il Professor Pete Dunham ci aveva esortato ad iniziare nessuno si era azzardato a dargli retta. Avevano avuto tutti una fottuta paura. Madonna, manco fosse una questione di vita o di morte. Così mi ero fatto avanti io, forse uno dei pochi che in mezzo a quel gruppo non aveva uno straccio di esperienza, ma evidentemente avevo più fegato di loro. Non so se mi sarebbe servito per passare il provino ed entrare in squadra, ma era comunque una qualità innegabile. Lanciai un'occhiata alla mia destra dove stava Jamie Campbell. Gryffindor, lo so, eppure quel ragazzo aveva un non so che. Mi andava decisamente a genio. Avevamo deciso insieme di iscriverci al Torneo e sinceramente speravo che entrambi entrassimo in squadra. Avevo voglia di spaccare il culo a quelli di Durmstrang. Mi ero allenato così tanto, tutti i giorni da solo al Campo, tanto che il Professore di Volo era stato ad osservarmi confuso un paio di volte. Sicuramente si era chiesto perché mi impegnavo così tanto se non facevo nemmeno parte della squadra di Quidditch dei Serpeverde. Una svolta nella mia vita, tutto qui. Attesi il cenno di Dunham ed inforcai la scopa spingendomi con i piedi verso l'alto e facendo un giro di ricognizione del Campo. Guardai verso il basso e mi accorsi che un bel po' di persone erano arrivate per assistere ai nostri provini, ma sinceramente non mi importava più di tanto: volevo solo fare bella figura davanti al Professor Pete. La mia prova consisteva in un esercizio di abilità: dovevo schivare una serie di Bolidi che il Prof. mi avrebbe lanciato contro, cercare di arrivare alla porta avversaria e segnare almeno tre punti. Impresa notevole, anche perché Dunham era tipo due volte più grosso di me nonostante fossimo più o meno della stessa altezza. Mi avrebbe lanciato i Bolidi con una forza stratosferica, ne ero praticamente sicuro. Una volta pronto, feci segno con la testa al Prof. per dirgli che volevo cominciare. Mi aggrappai al manico di scopa ed eccolo, il primissimo Bolide in arrivo; strinsi con una mano sulla scopa e con l'altra mi preparai a sollevare la mazza da Battitore tirando tutto il braccio indietro per darmi un po' di potenza per colpire quella palla assassina. Ci riuscii, la scagliai lontano chissà dove e, dando un'accelerata, mi diressi verso Pete, verso la porta dietro di lui abbastanza sicuro di riuscire a segnare il primo punto, solo che lui con una velocità mai vista mi scagliò contro il secondo Bolide che colpì in pieno il manico di scopa facendomi traballare. Restai in equilibrio precario cercando di tenermi ben saldo con una mano e, non so nemmeno come, sgusciai al di sotto del Prof. riuscendo a segnare il primo punto; meno uno. Tornai alla mia posizione normale e mi ritrovai davanti a Pete in uno scontro diretto. Cercai di scartarlo e lanciai la Pluffa contro gli anelli ma mancai il bersaglio. Un sonoro coro di voci deluse si sollevò dagli spalti ed eccolo, l'ennesimo Bolide. Impennai verso l'alto e colpii la palla rossa che avevo sotto braccio con tutte le mie forze facendole trapassare uno degli anelli. Si sentii forse un applauso da sotto, e poi il Bolide tornò indietro colpendomi di striscio al braccio. Shit. Mi mantenni sul manico di scopa afferrandomi là dove la palla mi aveva colpito, e sentii il fischio di fine del Professor Dunham che accorreva verso di me per vedere se stavo bene.

-I'm fine… Tutto apposto.-

Mormorai scendendo di nuovo verso il prato verde del Campo. Non avevo completato la prova, ma due Pluffe su tre a segno forse non erano poi così male...
 
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keira trix lestrange
view post Posted on 10/10/2011, 17:08




michelletrachtenberg030


Sbattevo le gambe sulle aste di legno della staccionata e osservavo l'edificio dinanzi a me. Era la Testa di Porco e no, non avevo alcun appuntamento con Bower. Chi era Bower ? Una lunga storia, ma non mi andava di pensarci semplicemente perchè volevo andare avanti, passare oltre. Capito ? Non avevo alcun tipo di rimpianto, anche se sapevo che il gesto compiuto era stato fatto nel peggiore dei modi, ma quel giorno ero triste, incompresa e sola. Infilai nuovamente il lecca-lecca tra le labbra e scrutai un gruppo di ragazzini del primo anno che presero ad indicarmi e bisbigliare sotto voce. Dio, che odio. Ormai tutta Hogwarts aveva tra le labbra "Keira Lestrange" e la sua scenata al ballo di inizio d'anno. Ma una vita privata loro non ce l'avevano ? Per tutto questo dovevo ringraziare la simpaticissima Kristen Weasley che non si teneva mai nemmeno uno folletto in bocca. Un giorno o l'altro l'avrei scritto io un bell'articolo su di lei.
Shh, basta , dovevo essere felice. Quel dolcetto , che non facevo altro che infilarmi in bocca, doveva essere una sorta di pasticca magica . Quindi, dovevo semplicemente far riposare il mio cuore e la mia mente. Socchiusi le palpebre e rimasi in ascolto. C'era un vociare pazzesco e gli accenti strani degli studenti di Durmstrang erano riconoscibili anche ad un miglio di distanza. Non mi stavano molto simpatici, tranne quel Nicolas che stava facendo di tutto per baciarmi, ma gli avevo detto senza troppi fini che ero innamorata di un'altra persona. Sul serio ? Si, era la verità. Dopo tutto quello che era successo , nonostante continuassi a fingere apertamente, non potevo nascondere la verità. Mi faceva un male pazzesco vederlo scherzare con Louise. Li avevo perdonati entrambi, eravamo rimasti amici, perchè mi ero detta che fosse inutile mantenere il rimorso verso un gesto che poi avevo ripagato con la stessa moneta. Il problema era che loro due erano grandi amici potevano vedersi ogni santo giorno, io no. Riuscivo ad essere la stessa Keira con Louise, ma non con Lex. Semplicemente perchè mi faceva sempre effetto vederlo. Ero più che sicura fosse una sensazione normale per chi aveva appena rotto una relazione, ma di norma non sarei dovuta essere ancora così tanto gelosa.


-Che fai, mi scappi?-


Spalancai di scatto gli occhi, sentendo la voce di Favole ad un centimetro dal mio viso. Mi aveva spaventata, ma durò solo un attimo. Allargai le labbra in un piccolo sorriso e le feci una linguaccia con metà parte di bocca dato che l'altra era impegnata a mantenere il lecca lecca che aveva formato una pallina rialzata nella guancia destra.

Lady Guinevere sembrava impegnata a salvare Camelot. Dimmi ... come la prenderà Artù quando lo tradirai con Sir. Lancelot ?

Mi stavo riferendo alla recita che doveva fare quella sera. Era una rielaborazione magica della leggenda di Re Artù. Favole, poi, era perfetta a mio parere per interpretare la Regina .
Abbassai lo sguardo e notai che stava a sua volta mangiando il dolcetto che le avevo lanciato addosso. Con un piccolo salto , scesi giù dalla staccionata e le passai la mano tra i capelli lunghi. Erano cresciuti tantissimo dall'anno prima. Aprii le labbra per risponderle alla domanda sul torneo di Quidditch e alla soffiata sulla presenza di Cole, quando Morten sbucò dal nulla e iniziò a chiederci per quale motivo la preside avesse invitato gli studenti di durmstrang e del motivo dei nostri lecca-lecca. Gli diedi un piccola pacca sulla spalla, spingendolo all'indietro e gli scoppiai a ridere in faccia.

Morten sei sempre il solito pettegolo. C'è lo stand dei dolci lì se ne vuoi uno, ma noi abbiamo una proposta migliore da farti.

Aprii entrambe le mani, allargai i palmi e le spinsi entrambe in direzioni opposte a mezz'aria.

Selezioni del Quidditch per il torneo e dato che TU sei iscritto , ti veniamo a vedere. Facciamo il tifo per te dagli spalti, su su, campione .... vediamo se ti sei rammolito in quest'ultimo anno.

Lo presi sotto braccio e con l'altra mano strinsi le dita di Favole in una stretta forte. Mi voltai a fissarla per un breve attimo e le feci l'occhiolino, come per ringraziarla delle parole precedenti e poi non mi sarei mai e poi mai persa le fuse che si sarebbero lanciate lei e pete da lontano. Ero proprio curiosa di vedere se il Prof. sarebbe stato poi così attento ai suoi studenti. Salimmo il breve tragitto che ci divideva dal campo di Quidditch in silenzio. Forse Morten era nervoso per l'audizione, io perchè ci sarebbe stato Lex e Favole per via di Pete. All'ingresso lasciai la presa sul braccio di mio fratello e mi sollevai sulle punte per dargli un leggero bacio sulla guancia.

è inutile che te lo dica, ma in bocca al lupo. Sei un Lestrange, ricordatelo.

Lo osservai entrare nella porticina laterale degli spogliatoi, mentre io e Favole prendemmo la via degli spalti bassi. Non ci andava di salire in alcuna torretta, anche perchè io non ci sarei mai entrata in quella dei Grifondoro tutta rossa e oro. Bè, non me lo sarei mai e poi mai aspettato, ma c'era già un bel pò di gente e indovinate un pò chi c'era in campo ? Ok, io contavo di entrare, sedermi magari nell'angolo meno visibile e fare la brava con Favole. Invece no. Entrai e rimasi paralizzata a guardare il ragazzo che a mezz'aria si muoveva agilmente sul manico di scopa. Favole fu costretta a tirarmi per il braccio, dato che avevo completamente dimenticato dove mi trovassi. Scivolai su una panca e non feci nemmeno caso che fossi seduta accanto ad un tassorosso. Cosa sono i tassorosso vi state chiedendo ? Diciamo che li conoscevo solo perchè il mio migliore amico era uno di loro. Poggiai entrambi i palmi sotto il mento e seguii ogni minimo spostamento che Lex compisse . Sentivo lo sguardo di Favole su di me, ma non avevo la forza di voltarmi a fissarla e di chiederle di non commentare il mio gesto. Era più forte di me, non ci potevo fare niente. Forse, fui una delle prime ad applaudire quando segnò il secondo punto, difatti dovetti trattenermi un pochino , dato che una ragazza di poche panche più sotto iniziò a scrutarmi interrogativa. Sbattetti più volte le palpebre e poi sollevai incazzata gli occhi in alto, promettendo a me stessa di stare zitta, o meglio non dar a vedere nulla.

Favole ma ... Pete è un gigante rispetto a Cole. Guarda come lancia i bolidi, sono caramelle per lui ...

La lanciai così , giusto per dare l'impressione che in effetti ero interessata all'allenatore e non al principiante. Instintivamente le strinsi la mano ancora più forte quando partì il terzo bolide. Avevo una brutta sensazione. E alle volte mi facevo paura da sola. Dopo soli pochi secondi prese in pieno il braccio di Cole e glielo ruppe. Ne fui sicura perchè sentii il rumore delle ossa spezzarsi. Mi portai la mano alle labbra e assunsi un'espressione preoccupata. Si era fatto male, dio mio. Pete, difatti, interruppe il tutto e lo costrinse a planare verso il campo. Lo seguii con lo sguardo e non lo persi nemmeno un secondo, quando il giocatore successivo prese il suo posto e lui si fermò nella lunga fila di aspiranti mantenendosi la spalla dolorante.

Quando torno prendimi a schiaffi, per piacere.

Mi voltai verso Favole e le dissi quella frase già sapendo che stavo per commettere un'enorme pazzia, ma avevo deciso di vivere alla giornata. Quindi, in quel momento, mi sentivo di compiere quel gesto un tantino azzardato. Scesi la rampa di scalini e arrivai sulla prima gradinata dove erano state adagiate tutte le cassette mediche. Mi guardai attorno alla ricerca dell'infermiera Paige, ma forse era in giro per la fiera in quel momento. Possibile mai ? Ne aprii una qualsiasi e iniziai a scavare al suo interno già sapendo cosa fosse necessario. Afferrai una boccetta di Ossofast e la rigirai tra le mani. Era a forma di scheletro e la trovavo magnifica. Mi voltai e mi avvicinai alla ringhiera. Guardai in basso e proprio sotto di me c'era il gruppo di studenti che cercavo.

Lex ? Lex ...

Lo chiamai due volte, dato che alla prima non mi sentì. Lo vidi guardarsi attorno e poi sollevare gli occhi in alto . Mossi la mano come per fargli capire chi diavolo lo stesse chiamando e quando finalmente i suoi occhi incrociarono i miei , gli feci segno di aprire le mani.

Prendi e bevine due sorsi.

Gli urlai con quanto fiato avessi in gola. Gli lanciai la pozione ossofast e nello stesso instante incrociai lo sguardo di mio fratello morten. Ero più che sicura di essermi fatta rosso peperone e fu proprio per quel motivo che fissai nuovamente Lex che mi guardava stupito con la boccetta nella mano sana e poi scomparvi nel nulla , tornando accanto a Favole. Scivolai sulla panca al suo fianco e le posizionai l'indice sulle labbra.

Ok, non una parola, magari mi picchi dopo. Godiamoci i provini ora, che dobbiamo essere cariche per quando lo farà Morten.
 
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melanie‚
view post Posted on 12/10/2011, 16:46




..and everytime I look inside your eyes, YOU MAKE ME WANNA DIE.



Quelle labbra, quel sorriso, quegli occhi così espressivi. Solo allora realizzai di essere in compagnia di un ragazzo davvero molto carino, in vena di complimenti. Che provasse interesse per me?
Ed ecco che cominciavo a farmi stupidi filmini mentali da stupida ragazzina, quale ero. Ma in cuor mio sapevo che era tutto frutto della mia immaginazione, come sempre d’altronde.
Tutte quelle parole sui miei occhi, quei paragoni, mi fecero arrossire e, imbarazzata, non riuscii più a reggere il suo sguardo, così abbassai il volto sorridendo. Era sempre così, non riuscivo a fissare negli occhi una persona per più di un minuto. E poi, nel caso di Adam, andava a finire che mi ci sarei persa.
Non fui neanche in grado di formulare una frase sensata in quel momento, così mi limitai a non rispondere, o poteva contare il mio sorriso come risposta.
Poi cominciai ad immaginare i due genitori, due belle figure, chi con i suoi occhi, chi non con le sue labbra. Varie immagini si sovrapponevano nella mia testa, ed io, come al solito, mi ero ritrovata a fantasticare pensieri assurdi. Avevo cominciato a immaginare come potesse essere la sua vita lontano da qui; che rapporto avesse con la sua famiglia, se aveva fratelli o sorelle o nessuno; come si comportava a scuola, com’era fatta Durmstrang.
Così divenni curiosa, curiosa di conoscerlo meglio, di saperne di più. Nacque quindi una specie di interesse da parte mia. Stupida me, questa non ci voleva proprio.
Per il momento sapevo che praticava il Quidditch, altrimenti non sarebbe qui, ad Hogwarts. E poi si poteva capire da come era interessato mentre guardava la vetrina di uno dei tanti negozi che avevamo passato, quello di articoli sportivi. Lì mi ero solo limitata ad annuire.
Come ho detto in precedenza, il Quidditch non mi interessava molto. Seguivo le partite, tifavo per la mia casata. Ma stop. Le squadre che componevano il campionato inglese? La coppa del mondo? All’infuori della scuola scompariva la mia conoscenza riguardo il Quidditch. Un po’ come le ragazze babbane, vittime dei loro fidanzati che dipendevano dal calcio. Solo che nel mondo magico il Quidditch interessava anche a molte ragazze. Ma non perdiamoci in inutili chiacchiere.
Oh mio Dio, e se fosse stato un Legilimens e avesse ascoltato tutti i miei pensieri?! Insomma, non sapevo che diavolo studiassero nella sua scuola.
Lo guardai per un istante, ma nel suo viso non c’era traccia dei miei pensieri. Si sarebbe fatto sicuramente una bella risata, come quella che avrei voluto farmi io sulla mia idiozia.
Ringraziai il cielo che venne quel ragazzo con i dolcetti delle casate… ed era Marcus, uno dei prefetti di Corvonero. Mi resi conto di non aver incontrato ancora nessuno quella mattina alla fiera, a parte Favole ovviamente. Beh, sicuramente gli altri prefetti, come Nott o Rachel, erano indaffarati con i loro compiti e gli altri studenti erano in giro a divertirsi. E io facevo sia l’una che l’altra cosa.
Adam mi offrì un dolcetto con la glassa rossa, un dolcetto Grifondoro. Era buffo il fatto che distinguesse le quattro casate con i rispettivi colori, appunto rosso per i Grifondoro, blu per i Corvonero, verde per i Serpeverde e giallo per i Tassorosso.

“No, ti ricordi bene. Faccio parte della casata dei Grifondoro, quella rossa appunto. Uhm, saremmo tipo i più coraggiosi”


Aggiunsi un sorriso alla mia ultima affermazione, non mi reputavo coraggiosa. Anzi, ero piena di costanti paure, ma chissà, magari il coraggio si sarebbe fatto vivo al momento opportuno.
A proposito di coraggio, per caso Adam mi stava indicando la Stamberga Strillante? Credo proprio di sì, era l’unico luogo poco lontano che si vedeva da quella postazione.

“Sì che ci sono andata, molte volte”

Bugia. L’unica mezza volta che avevo messo piede in quella vecchia casa fu durante il mio quarto anno, era un pomeriggio di inverno, era buio perché, si sa, le giornate sono più corte, e avevamo organizzato questa gitarella alla Stamberga, io, Andy e altri compagni di casata.
In breve mi fecero uno scherzo che mi ha quasi traumatizzata, da allora non ci misi più piede. Ma è una storia alquanto imbarazzante che non raccontavo a nessuno.

“Non vorrai mica andarci?”

Domandai con un tono tra l’essere quasi indifferente alla cosa e l’essere spaventata al solo pensiero di metterci piede.
Saranno anche tutte fandonie quelle che si raccontano a riguardo, ma quella casa era inquietante già nell’aspetto. Vetri rotti che fanno entrare spifferi che fanno sbattere le porte, pavimenti malconci che scricchiolano. No, non era il massimo dell’eleganza per un interno inglese.
Addentai quel dolcetto Grifondoro e scoprii che all’interno era ripieno di marmellata alla ciliegia, mentre con lo sguardo passavo dalla Stamberga ad Adam, da Adam alla Stamberga. Sembrava proprio incuriosito.

“Non era questo il genere di itinerario che avevo previsto, però se proprio ti interessa, ti ci posso accompagnare”

No vabbè, Melanie. Quando vuoi smetterla di parlare prima di pensare, avvertimi.
 
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margot .
view post Posted on 13/10/2011, 21:32




Senza-titolo-1

Odi et amo. Quare id faciam, fortasse requiris. Nescio, sed fieri sentio et excrucior.
Così diceva una frase di un testo di antiche rune che avevamo tradotto il giorno prima. Parlo al plurale esatto. Siete curiosi di sapere la traduzione? Eccola qui…
Ti odio e ti amo. Forse mi chiedi come io faccia. Non lo so, ma sento che ciò accade, e ne sono tormentato.
Non poteva esistere frase più azzeccata –e, a mio parere, bella- di quella. Certe volte gli scrittori e i poeti indovinavano i sentimenti delle altre persone. Come se fossero entrati nelle anime altrui e avessero fatto razzia di tutti i pensieri e tutti i sentimenti più strani. Strani come ad esempio l’Amore. Probabilmente rimasi con il braccio sospeso per un bel pò, perchè quel ragazzo continuò ad osservarmi come se fossi pazza. Forse lo ero, ma soltanto di una persona.
Il bello era che Alexander Lanchester era DAVVERO tornato ad Hogwarts... Vi giuro, io non ne sapevo nulla... Era il Ministero ad assumere i docenti e per questo motivo dovevo farmi una bella chiacchierata con il Ministro della Magia... Hogwarts era perfettamente in grado di scegliere i propri professori senza l'aiuto di nessuno.
Sospirai, abbassando la mano e lasciandola lungo il fianco. La mia pelle ancora bruciava. Dio, vorrei dirvi tutto ma davvero non posso... Era successa una cosa. Una cosa che però per qualche motivo che ancora non mi era ben chiaro dovevo tenere nascosta... Ed era talmente bella che a stento riuscivo a trattenermi dal parlarne con Jaques e Cole. Ma dovevo riuscirci perchè avevo fatto una promessa.
Osservai per un'ultima volta la coppa, ricordandomi all'improvviso che avevo una mezza pergamena di discorso da concludere...
Eggià, avrei fatto il mio primo discorso ufficiale proprio al torneo di Quidditch. Che palle davvero. Ero nella merda totale, seriamente.
Incrociai le braccia al petto e mi voltai, notando che molte persone si stavano dirigendo verso il luogo dove si sarebbero tenuti i provini per entrare nella squadra. In quel momento mi ricordai di aver fatto un'altra promessa, ad un'altra persona.
Avevo promesso a Cole che ci sarei stata, anche se non mi avrebbe vista sicuramente tra tutte quelle persone.
Quelle erano state le mie esatte parole. Cole era... il mio migliore amico. Lui e Jaques lo erano. E sembrava davvero che le cose si stessero sistemando. Mi incamminai a passo lento seguendo gli altri studenti... In un angolino vicino gli spalti un ragazzo del secondo anno disegnava delle strisce sul volto del colore della propria casata e scuola preferita.
Cosa mi feci disegnare io? Una striscia argentata e una verde su ogni guancia... Salii quindi gli scalini e cercai di scovare tra tutte quelle persone Cole. Ma di lui non c'era traccia.
Mi sedetti quindi mettendo le mani sotto le cosce e attesi. Dopo qualche minuto lo vidi spuntare dal nulla sull'erba lì sotto...
Rimasi attenta ad ogni suo movimento incrociando le dita.
Sapevo quanto ci tenesse ad ottenere quel ruolo di giocatore. Ero certa che ce l'avrebbe fatta, quando al terzo ed ultimo tiro sbagliò e la pluffa gli sfiorò un braccio. Corrugai la fronte. Poco importava, ero sicura che avrebbe comunque superato il provino... C'erano studenti che rispetto a lui erano piuttosto scarsi e sfigatelli. Mi alzai quando vidi che si toccava il braccio.
Doveva essersi fatto male. Senza pensarci due volte scesi gli scalini velocemente e quando fui a qualche metro di distanza mi resi conto che qualcuno aveva avuto la mia stessa idea. Keira gli stava porgendo una boccettina. Incrociai lo sguardo di Cole e gli sorrisi, alzando le mani a mò di scusa e arretrai di qualche passo.
Gli avrei parlato dopo... Abbassai lo sguardo e mordendomi costantemente il labbro mi tirai fuori da quella folla assurda.
Cercai di togliermi i colori dal viso ma probabilmente peggiorai soltanto la situazione riducendo il tutto ad un miscuglio strano.
Mi guardai attorno. Erano tutti volti più che conosciuti. Le strade non erano piene come poco prima perchè erano tutti a vedere i provini... Ma meglio così, almeno non sarei stata sottoposta a sguardi accusatori/analizzatori/curiosi ecc. ecc. Cavolo... Ero sempre la stessa Louise, Margot per qualcuno, Ginger per qualcun'altro...
Soltanto avevo questo titolo di Preside. Ma davvero, non ero cambiata per nulla... Se proprio vogliamo entrare nei particolari una piccola cosa era cambiata...
Non avevo più quel peso al cuore. Stavamo entrambi meglio, il mio cuore ed io intendo... Non faceva più tanto male.
Sorrisi tra me e me, anche se notai qualcosa di strano. Era come se qualcuno mi stesse seguendo. Probabilmente era soltanto la mia impressione.
Mi fermai ad una fontanella sciacquandomi le guance impiastricciate e le asciugai con un fazzolettino rosso sangue. Come i miei capelli. Bella cosa, seriamente. Tutte quelle bancarelle mi incuriosivano...
Comprai per poche falci un anellino che decretava il proprio stato d'animo... Il mio era di un color viola con i riflessi blu, che a detta del venditore indicava un misto tra felicità, ansia e amore. Doveva essere una pura coincidenza, lo sapevo benissimo...
Mi abbassai un attimo per allacciare una converse rosa chiaro.
Feci un fiocchetto con i lacci bianchi e posai i palmi sulle ginocchia per rialzarmi. E quando vidi chi si trovava esattamente davanti a me, a un metro di distanza o meno, mi venne un colpo. Feci quasi un saltello sul posto. Mi sentii non ridicola: di più.
Mi dondolai per un pò sui talloni. Era normale. Andava tutto per il meglio. Allora perchè si era formato un gruppetto di quattro o cinque persone lì intorno?

Professor Lanchester...


Dissi con forza, guardando male gli spettatori indesiderati. Avevo un colpo al cuore. Guardai l'anellino che stava cambiando colore furiosamente: rosso, marrone, blu, verde. Sperai vivamente che la mia faccia non stesse subendo gli stessi cambiamenti in quel momento.
Mi morsi con più forza e con maggiore insistenza il labbro e portai una mano al petto cercando di placare il battito furioso del mio cuore.
 
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