• Sectumsempra ~ Harry Potter Gdr }

never too late.

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Jaques
view post Posted on 7/7/2011, 18:46






Vedere il castello semi-deserto faceva quasi impressione ma non c'era da stupirsene data la grande quantità di studenti che era partita per le vacanze estive. Erano rimasti quelli che, come il sottoscritto, non avevano molte altre alternative e a cui poi in definitiva non dispiaceva più di tanto fare la muffa lì. Ero andato per il week-end a Paris per festeggiare con qualche giorno di anticipo il mio compleanno con gli amici di vecchia data, quelli di sempre, quelli di tutta una vita. Non si era persa occasione per rivangare i bei vecchi tempi quando si usciva tutti insieme ogni fottutissima sera per parlare di antichi e a volti celati amori adolescenziali. Nonostante le mie remore non si era potuto fare a meno di evitare questo genere di cose delle quali sinceramente non mi andava di parlare perché non ne vedevo l’utilità e neanche mi divertiva farlo, lo trovavo un’assurda perdita di tempo e una scenetta da piagnucoloni. Okay, il tempo passa, ma va? Se ne erano accorti solo ora? Tutto quel sentimentalismo mi faceva venire voglia di rigettare il pranzo. A parte queste digressioni mi ero divertito, la combriccola non era cambiata poi troppo a parte qualche nuova interessante new entry e vecchi amici come Travis e Jake erano i soliti coglioni di sempre pronti a gareggiare a chi beveva più boccali di birra o a chi raccimolava più numeri di ragazze: erano loro, i miei amici di infanzia. Ero tornato a respirare dopo un periodo durato qualche mese nel quale credevo davvero che non sarei mai più riuscito ad arrivare in superficie e a riempire i polmoni di quell’ossigeno che sembrava essere scomparso dalla circolazione. Mesi bui, non lo nego, ma ormai era tutto passato o almeno ce la stavo mettendo davvero tutta perché ciò accadesse. Avevo riacquistato la mia sicurezza, la mia voglia incessante di fare che mi spingeva sempre al movimento e mai all’ozio : c’erano ancora troppe cose da vedere e da fare, troppe da sperimentare… non c’era tempo da perdere in piagnistei o crisi esistenziali. Ero tornato ad essere una molla in perenne stato di tensione, iperattiva e mai inerte. Era con questa rinata concezione di me stesso che ero tornato al castello con la voglia, vi parrà strano, di vedere Favole. Eh già, non ero più incazzato con tutto il mondo e quindi neanche con lei e poi mi era mancata molto. Che c’è? Non può mancare un’ex ragazza e una sorella nel contempo? Non c’è nulla di strano ad ammettere che sentivo la sua mancanza fisica. Alla festa al lago non avevamo avuto modo di parlare e forse neanche ero pronto a farlo ma ora, ora era tutto diverso. Ora avevo voglia di stare bene e di non pensare troppo, di godermi la sua compagna , di chiacchierare , di sapere come se la stesse passando. Avevo capito che non potevo comunque perderla, non volevo. Volevo che facesse parte della mia vita , il modo e il ruolo che avrebbe assunto non mi interessava, bastava la sua presenza. Mi stavo dirigendo verso la biblioteca proprio per incontrare Favole alla quale avevo mandato un gufo mezz’oretta prima dicendole che ero tornato e che l’avrei attesa in biblioteca. Perché proprio quel luogo non saprei dire, ma mi andava di cambiare aria, di inquinare con la mia esuberante presenza altra aria che non fosse la solita del lago o della sala comune e poi io e lei ci saremmo divertiti a far bordello ora che la biblioteca era praticamente deserta. Forse anche Julian il bibliotecario se l’era defilata di gran carriera verso qualche isola Caraibica: era un tipo in gamba quello, un ex Sly non per dire niente! Mi sporsi con la capoccia corvina dalla porta della biblioteca e, constatato con un rapido sguardo che non c’era nessuno a parte un gruppo di tre o quattro ragazzini chini su grandi volumoni rilegati probabilmente perché rimandati in qualche materia, feci il mio plateale ingresso nell’ampia sala , andandomi letteralmente a stravaccare su uno dei piccoli divani che adornavano il luogo. Non erano paragonabili a quelli della sala comune ma su, per l’attesa potevano anche andare bene. Mi sdraiai lì incrociando le mani dietro la nuca ed ignorando il vociferare di quei ragazzini contrariati, a quanto potevo captare, dal fatto che avessi messo i piedi sui cuscini. Mah, sbuffai tirando su con il naso mentre i miei occhi ghiacciati si soffermavano a guardare il soffitto: alla fine Hogwarts restava sempre la stessa, non cambiava mai. Hogwarts non era come le persone. Loro cambiano , mutano come niente, maturano, regrediscono, si ingrigiscono e inacidiscono , diventano solari ed allegre: il tempo non le risparmia come faceva con quel castello che aveva visto chissà quante generazioni di maghi e streghe crescere proprio come stavamo facendo noi. Forse però lì dentro si subiva lo stesso processo di “non invecchiamento e non mutamento” , forse eravamo anche noi influenzati dal castello perennemente uguale, forse anche io non appena avevo messo piede lì dentro ero tornato quello di un tempo, come se esso non fosse passato. Naturalmente non parlavo di cambiamenti fisici ma mentali, psicologici. Esteriormente parlado beh, i capelli erano sempre neri, forse un po' più lunghi del solito; gli occhi erano sempre dello stesso colore... ero forse più alto? Ero tornato da poche ore e quindi non mi ero potuto mettere addosso niente di speciale: avevo una maglietta di America Pshyco e dei jeans neri con gli immancabili anfibi che spuntavano alla fine della mia figura. Tirai fuori la bacchetta di tasca e proferito un piccolo incantesimo di appello afferrai un libro che stava levitando verso di me. Cento metodi diversi per allevare gli schioppodi sparacoda. Sbuffai ancora mormorando un sommesso- Oh che sfiga- per poi aprire il libro ed immergerci il naso. Avevo letto si e no due righe che già le palpebre mi stavano calando dal sonno: ma quanto ci metteva Favole? Forse non avrebbe accettato l’invito. Non avevo neanche preso in considerazione quell’opzione forse perché speravo così tanto di vederla che neanche avevo pensato ad un suo possibile rifiuto. Le avevo proposto qualche giorno prima una specie di “accordo sessuale” che però poi aveva incredibilmente rifiutato dopo poco, asserendo di non poterlo più fare. Non mi ero offeso ci mancherebbe, certo non ero rimasto contento però , come ho già detto, volevo averla in un modo o nell’altro non aveva importanza davvero. Voleva che fossi suo fratello? Perfetto, lo sarei stato. Aveva bisogno di un amico? Eccolo, trovato! Un amante? Pure, no problem, sapevo interpretare molti e diversi ruoli. Le volevo bene, davvero, e non me la sarei lasciata sfuggire. Buttai senza troppi complimenti il libro dietro di me che si andò a schiantare per terra ad una distanza non ben definita ma che mi causò una caterba di “Shhhh”.
Ma si poteva studiare anche d’estate? – Pardon gnomi, non trovo la lettura giusta. Accio “Le fiabe di Beda il Bardo” - Ed ecco arrivare con un gran trambusto il mio libricino preferito da bambino o meglio, quello preferito da quasi tutti i piccoli maghi del mondo. Aveva fatto un po’ di fatica ad uscire dallo scaffale nel quale era rilegato perchè era in fondo in fondo, insieme ai libri di seconda mano. Che brutta fine! Feci un sorrisetto soddisfatto cominciando a sfogliarlo.



Edited by Jaques - 8/7/2011, 10:51
 
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favole ginevra potter
view post Posted on 8/7/2011, 10:01





Se qualcuno se lo stesse chiedendo: si, non avevo seguito il consiglio di una 'certa' persona. Intendo per ciò che optai di mettere quel tardo pomeriggio. Niente pantaloni lunghi, faceva troppo caldo ed erano troppo stretti per i miei gusti. Niente canottiera, non mi convinceva l'abbinamento. Avevo deciso di fare come al solito di testa mia; shorts di jeans, t-shirt normalissima, converse alte e nere ai piedi. Niente di più, niente di meno. Ma partiamo con ordine: dove stavo andando? Come? Quando? Perché? Erano successe talmente tante cose… Faticavo perfino a ricordarle tutte. Sapete che c'è? Mi sembrava passata una vita intera da quando tutto dipendeva da Damien Greyback, da Albus Severus Potter, Keira Lestrange e i loro piani infernali. Stavo seduta sul mio enorme lettone a baldacchino rosso-oro ripensando all'anno in cui era avvenuto Il Sacrificio; era stato il momento in cui ogni cosa aveva preso una piega decisamente diversa. Mio padre, che per me era stato la cosa più importante della mia vita, bè cambiò per sempre. Keira divenne quella figura di sorella ambigua che non credevo di possedere, e smise di essere solo una stupida Sly egocentrica. Damien Greyback finalmente si accorgeva di me, come per MAGIA, diceva pure di amarmi, ma poi scoprivo che era solo uno squallido piano di una qualche Sette Segreta, poi invece mi salvava, poi invece nulla. Dopo tutto questo, cosa avevo fatto? Ero cambiata per sempre: ero andata avanti da sola dal momento in cui avevo capito che nessuna persona, per quanto importante per me potesse essere, mi sarebbe stata fedele e vicina per l'eternità. Tutti cambiavano… Tutti ti fregavano prima o poi… Ma poi avevo incontrato Jaques, e ancora una volta il mio mondo si era rovesciato, perché lui mi aveva salvata… Perché, che voi ci crediate o no, lui mi aveva resa quella che ero, nel bene e nel male, e forse dovevo ringraziarlo sinceramente. Mi aveva resa indipendente, una volta per tutte. Mi aveva resa anche fragile, maledettamente passionale e assoluta in ogni gesto che facevo e in ogni parola che dicevo. Ma per il momento era la sensazione più bella. E stavo per incontrare proprio lui quel pomeriggio… Mi aveva mandato un gufo e a rigor di logica avrei potuto ignorarlo e non vederlo, ma non mi andava proprio, anzi. Avevo voglia di stare con lui, avevo voglia di vivere il momento senza pensare troppo al dopo, non ne avevo più voglia di fare grandi progetti per il futuro, non ne valeva la pena. E poi il giorno appena passato erano accadute così tante cose tutte assieme… Bree Lestrange mi aveva rivolto la parola, ma magari questa ve la racconto più tardi, e avevo perso l'unica persona al mondo che non avrei mai voluto allontanare, ma questa è un'altra storia… Ecco perché avevo bisogno di Jaques, ora più che mai. Fu così che oltrepassai il buco del ritratto della Signora Grassa senza guardarmi indietro e raggiunsi veloce la Biblioteca, il luogo dove 'mio fratello' mi aveva dato appuntamento. Mi state chiedendo se davvero riuscivo a vederlo come il mio 'fratellino' ? La verità è questa: no, non ci sarei mai riuscita. Albus l'aveva tenuto lontano da me per troppo tempo ed io e lui avevamo sviluppato un rapporto troppo diverso da quello di fratello/sorella. Cacciai la testa dentro alla Biblioteca sbirciando un pò in giro; era già arrivato? Mi stava aspettando? Se n'era andato via perché avevo fatto troppo ritardo? Possibile… Notai poco più in là un gruppo di ragazzini del Primo (o Secondo) Anno intenti a fare una ricerca su chissà cosa e chissà come, poi però il mio sguardo cadde inevitabilmente sull'unico scemo (in senso affettuoso) che se ne stava stravaccato su uno dei divanetti in fondo alla sala. Improvvisamente sorrisi. Lo raggiunsi e mi posizionai in piedi davanti a lui facendo il miglior sguardo di scuse che mi riusciva in quel momento:

Pardon Jaques. Anakin ha deciso di avere un attacco di malinconia proprio mezz'ora fa. Non la smetteva di piangere, ho cercato di consolarlo ma non smetteva di strofinarmi il muso sulle ginocchia. Ora pare che si sia calmato, per questo ho fatto un pò di ritardo. Mi perdoni?

Ma si che mi avrebbe perdonato, o almeno così speravo. E' che ci tenevo davvero tanto a passare del tempo con lui quella sera, mi mancava veramente. In fondo, se ci pensate bene, lui era una delle poche persone che mi era rimasta, a parte Jamie Campbell, forse… Vabbè. Pensate a Damien Greyback: tornato ancora, mi bacia, e scappa di nuovo. Un classico. Keira Lestrange era impegnata in chissà quali affari oscuri in cui di nuovo si era cacciata, lo sentivo sotto la pelle. Clarissa Malfoy era praticamente sempre confinata nell'appartamento di McClay. Anthony Stonem era scomparso ormai da più di un anno. Forse si era trasferito a Durmstrang. Byron aveva deciso di fare l'uomo da solo, senza i suoi migliori amici. In tutto questo chi mi restava? Jaques Leclerc, che nonostante tutto stava ancora là con quel mezzo-sorriso sul viso… Ed io sinceramente, alla luce dei nuovi eventi tra l'altro, non avevo nessuna intenzione di perderlo… Non avevo idea di cosa sarebbe accaduto, e non mi importava. Avrei preso tutto, lo giuro. Qualsiasi cosa. Lanciai un'occhiata ai bambini seduti al tavolo poco distante da noi e, ignorando gli sguardi sconvolti, scioccati, disgustati ecc ecc che di lì a poco ricevetti, mi sdraiai sul divano con Leclerc poggiando la testa sulle sue gambe e guardandolo dal basso verso l'alto.

Cosa facciamo oggi? Hai qualche idea? Voglio che sia indimenticabile. Non si fa mica pace tutti i giorni… E poi io lunedì parto… Vado in Italia con Clarissa per una settimana intera. Non voglio sentire troppo la tua mancanza.

Gli sorrisi, dato che l'aveva posta come clausola per il nostro 'appuntamento' e incrociai le gambe scoperte e pallide sul bracciolo opposto strofinandoci sopra le converse nere. Tanto non c'era nessuno no? Tutti in vacanza. Perfino Julian non c'era… Ad Hogwarts erano rimasti solo quei quattro sfigati che non avevano una casa… Il Castello era tutto ciò che ci rimaneva… Stavo quasi per abbassare gli occhi color smeraldo facendomi prendere dalla malinconia, ma mi ricordai del patto che avevo fatto con Jaques:

Voglio fare un pò di casino con te stasera… Ti va?

Indugiai un momento sui suoi occhi azzurri per cercare di capire esattamente a cosa stava pensando: non riuscivo a capirlo. Così mi tirai su con i gomiti concentrandomi sul gruppetto di ragazzini che studiava e poi rivolgendomi di nuovo verso di lui, stavolta un pò più vicino di quanto non fossi stata fino a quel momento.

Sta a vedere, occhei…?

Gli rivolsi uno sguardo di intesa e gli posai un bacio sulla guancia. Ah, mi ero dimenticata di quanto fosse buono il suo profumo… E di quanto fossero belle le sue coccole…

16 anni, concluso il Sesto Anno. Sai cosa significa? Significa che so produrre alla perfezione un Incanto NON Verbale…

Tirai fuori la bacchetta magica che sporgeva dalla tasca dei pantaloncini corti che avevo deciso di indossare, e la puntai di nascosto contro il tavolo di quei piccoli studenti. All'improvviso i libri alle loro spalle presero a cadere e a volare in tutte le direzioni. Qualcuno li picchiava in testa, altri sfrecciavano pericolosamente a pochi centimetri dal loro naso. Si misero ad urlare come Ippogrifi impazziti e scapparono via dalla Biblioteca correndo e lasciando tutto ciò che avevano sul tavolo preoccupandosi solo di salvarsi da chissà quale mostro cattivo. Una volta che io e Jaques ci ritrovammo da soli nella Biblioteca deserta mi sdraiai di nuovo con la testa sulle sue gambe e scoppiai a ridere.

 
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Jaques
view post Posted on 13/7/2011, 11:24






La storia dei tre fratelli. Era quella che stavo leggendo in quel momento e, arrivato al pezzo in cui la Morte donava il mantello dell’invisibilità al più giovane e buono di loro, non potei fare a meno di pensare al mantello dell’invisibilità che aveva Favole. Ci eravamo nascosti così tante volte lì sotto, eravamo fuggiti a Londra grazie al suo aiuto e avremmo davvero potuto sconfiggere la morte? Certo l’idea di vivere tutta la vita sotto quella coltre soffocante non era il massimo però valeva la pena soffrire per l’immortalità. La storia la conoscevano tutti, maghi vecchi e bambini, era forse la favola più famosa nel mondo magico. A proposito di favole, alzando gli occhi mi ritrovai di fronte la Favole in carne e ossa che mi fissava con uno sguardo di scuse davvero niente male.
La stavo a sentire, giuro, anche se così non sembrava. Ero troppo concentrato a scrutarne il volto e l’intera figura. Incredibile come cambiava tutti i giorni ma rimaneva sempre la stessa. Sotto quel colore di capelli forse un po’ più scuro del solito, nascosta dietro quegli occhi verdi che avevano acquisito forse una sfumatura più decisa, riuscivo a scorgere la mia Favole: si, era sempre li, bella più che mai. Tornai metaforicamente con i piedi per terra e, senza abbandonare quel ghigno che mi contraddistingueva le risposi.

- Perdonare? Hai idea di quanto sia stato straziante aspettarti?-<b>

Cercavo di fare il serio ma non mi riuscivo troppo bene alla fine. Con lei era difficile anche solamente fingere di essere arrabbiato pensate esserlo sul serio. Anche quando stavamo insieme mi sentivo morire dentro ogni volta che litigavamo e non riuscivo a non fare la pace poco dopo, era una cosa davvero assurda. -

<b> Dovrai farti perdonare in qualche modo Favole.


Tirai fuori la lingua in una pseudo linguaccia mentre lei si muoveva e quando si sdraiò sul mio stesso divano poggiando la testa sulle mie gambe rimasi un attimo interdetto. Non che non mi facesse piacere anzi, era solo… strano avere di nuovo un contatto fisico con lei. Dalla disastrosa battaglia di Hogwarts durante la quale non l’avevo trattata troppo bene, non l’avevo mai più sfiorata. Anche alla festa al lago non c’era stato un bacio sulla guancia, un erroneo sfiorarsi. Niente. Astinenza completa dalla Potter. Non dico che fosse stato facile o bello, ma era stato sicuramente un bene per la mia psiche. Ero riuscito a disintossicarmi, ero riuscito a dimenticare non tutto certo, ma la parte della sofferenza si, ero riuscito a perdonare. La guardai in a testa in giù com’era e dunque, dopo il primo momento di sorpresa, le feci un vero sorriso, uno di quelli che facevo ben poche volte durante la giornata. Era estremamente dolce Favole e aveva delle gambe da urlo. Adoravo quando si metteva a parlare a tutto spiano senza quasi darti il tempo di rispondere o di fare qualsiasi cosa.

- Sono sicuro che la compagnia di Clarissa sia ottima ma ti mancherò molto lo stesso , lo sai.-

Le strizzai l’occhio facendo lo sborone come al mio solito. Eh si, il Jaques di tutti i tempi era tornato ad infestare i corridoi di quel castello maledetto. Non avevo idea di cosa volesse fare e stavo ancora pensando alle sue labbra soffici posate sulla mia guancia poco prima quando sentii un gran trambusto e feci appena in tempo a voltarmi per vedere quei ragazzini fuggire via terrorizzati lasciando lì ogni loro cosa. Scoppiai a ridere anche io unendomi a Favole e così le nostre risa riecheggiarono nello spazio vuoto della biblioteca, rimbombando a più non posso. Erano belle legate insieme come a formare un unico suono. Mi misi a sedere anche io piegato in due sulla pancia dal troppo ridere.

- Ma hai visto che cazzo di faccia hanno fatto?

Dio, non era normale ridere così per una stronzata del genere. Eravamo proprio infantili alle volte. Mi alzai avvicinandomi al tavolo che era stato abbandonato in fretta e furia e sbriciai tra le loro cose. Qualcuno aveva lasciato un pacchetto di liquerizie alla menta piperita e lo afferrai prendendone una per poi lanciare il pacchetto a Favole che era rimasta un po’ più indietro. Presi un quaderno e lo aprii: era una specie di diario dove, una ragazza sicuramente, appuntava tutte le cose che vedeva nel corso della giornata. Andai all’ultima pagina e lessi qualcosa di interessante e poco ci mancò che scoppiassi a ridere di nuovo.

- Senti un po’ qui Favole, qui si scommette su di noi. “ tredici luglio. Sono in biblioteca a studiare con Michael, Jake e Luke quando è entrato Jaques Leclerc e ha cominciato a fare il coglione. Ma quanto è figo però? Poco dopo è arrivata anche Favole. Si, quella Favole…. Favole Potter. Secondo me c’è qualcosa sotto fra quei due, che si rimetteranno insieme? Io spero di no…-

La gente stava proprio male. In quelle quattro mura non si poteva restare un attimo in santa pace che subito qualcuno faceva progetti al posto tuo. Mah. Lanciai uno sguardo a Favole facendo spallucce gettando senza troppi complimenti il diario sul tavolo per poi dirigermi verso uno degli immensi scaffali che adornavano la biblioteca. C’era da perdercisi dentro quel dedalo di corridoietti angusti tra l’uno e l’altro. L'idea di avere quell'enorme spazio tutto per noi mi esaltava. Avremmo potuto fare di tutto.

Abbiamo tutta la biblioteca per noi, andiamo in esplorazione? Giochiamo a nascondino?

Ero voltato con le spalle verso di lei ma sorridevo comunque anche se Favole non avrebbe potuto vederlo. Senza aspettare una risposta mi infilai in uno stretto corridoio: ero davvero entrato nella biblioteca ora. I libri sembravano scrutarmi dall’alto dei loro ripiani alcuni come giudici severi, altri come bonari spettatori. Avevo le mani nelle tasche quando osservavo i dorsi di essi intersecati da ghirigori o lisci come la pietra. Non sentivo i passi di Favole dietro di me, non sapevo a cosa avessi dato inizio: forse ad un gioco eccitante, ad una caccia al tesoro all’ultimo respiro e all’ultimo battito del cuore. Volevo solo divertirmi e fare qualcosa di diverso, di entusiasmante, di adrenalitico e quell'ambiente faceva proprio al caso mio. Se avessi dovuto cercarla bene, mi sarei divertito molto ma non avevo pianificato niente e neanche lei lo aveva fatto. Avevo deciso di riprovare ad avere un contatto di qualsivoglia natura con lei ed ero certo che non me ne sarei proprio pentito. Anche se sapevo che forse sarebbe stata dura perchè... perchè forse volevamo cose diverse anzi, sicuramente, non volevo lasciarmela sfuggire. Perchè rischiare di perdersi una cosa meravigliosa solo perchè è possibile che sia difficile? Lasciavamo che il caso guidasse le nostre vite almeno per quell'unico, folle giorno che, come aveva detto lei, doveva essere indimenticabile. Mi voltai ma dietro di me non c'era nessuno.

- A quanto pare hai optato per il nascondino.-

Sussurrai a fior di labbra praticamente più a me stesso che a qualcuno in particolare mentre un ghigno mi spaccava il volto a metà. Non mossi neanche un muscolo, sicuro che Favole mi stesso osservando nascosta lì intorno. Dovevo solo aspettare ch si tradisse in qualche modo: sarebbe bastato un respiro più sentito degli altri, uno scricchiolio della suola delle scarpe a contatto con la pietra del pavimento per scovarla. Tutto era immobile, anche l'aria e mi sembrava di essere davvero solo lì dentro: un minuscolo granello di sabbia. Sebbene, forse stupidamente, quel gioco mi emozionava, riusciì a mantenere il respiro regolare come i batitti cardiaci: ero molto bravo a controllare le emozioni, era il mio pezzo forte.

- Lo so che sei qui... non mi scappi-

Che la caccia abbia inizio.
 
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2 replies since 7/7/2011, 18:46   76 views
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