• Sectumsempra ~ Harry Potter Gdr }

Affari loschi

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DariusCyan
view post Posted on 11/5/2011, 19:09




Avevo trovato lavoro come insegnante di Babbanologia a Hogwarts. Sarebbe stata una buona berzelletta, se non fosse stata vera, la notizia. E triste. Mio padre e mio nonno erano in qualche carcere chileno e sarebbero stati processati in un futuro prossimo, e dovevo trovare il modo di raccattare al più presto dei soldi per pagare un bel po' di poliziotti, avvocati e giudici, per tirare fuori dai guai loro e, alla fin fine, anche me stesso. Avevo capito di essere un ricercato, in Chile, e probabilmente anche in tutta l'America latina, ma ciò non mi preoccupava minimamente, lì in Inghilterra.
Mi ero diretto quel giorno a Nocturn Alley, dove avrei allacciato dei rapporti con un trafficante di tappeti volanti suggeritomi da alcuni suoi contatti. Avrei lavorato per lui, fino a quando non sarei riuscito a recuperare un buon gruzzolo per mettermi in proprio. Speravo di riuscire a entrare nel mercato nero al più presto: la vera ricchezza stava lì, e non voleva lasciarsela sfuggire. Se poi solo fossi riuscito a trovare qualcuno che cercasse assassini a pagamento, sarei riuscito a metter su soldi in men che non si dica.
Trovai il posto. Era un negozietto in un vicolo puzzolente, dove i vapori delle fogne uscivano dai buchi nei tombini. Un gatto spelacchiato si mise a soffiare di rabbia al mio passare. Mi guardai attorno, prima di entrare, ma non vidi nessuno. Entrai. Il posto sembrava una meraviglia, in confronto con l'esterno: era pieno di tappeti, lampade orientaleggianti, arazzi, quadri, sofà, vecchie persiane e simili oggetti d'antiquariato. Mi fermò al bancone, dove aspettai una vecchia signora dal viso arcigno. "Margherita è in camera sua?", chiesi. Era la domanda che fungeva da lasciapassare. La donna annuì, come consueto. Varcai una porta e mi trovai nel retrobottega. Salii delle scale, e mi trovai al piano di sopra, dove un uomo sulla cinquantina stava scarabocchiando qualcosa su un pezzo di carta.
Quando ridiscesi, avevo ottenuto un secondo lavoro, e una garanzia di protezione. Il giorno dopo, mi sarei dovuto recare al molo per ritirare un pacco di tappeti volanti contenuti in scatoloni per il pesce, per portarli poi in una pescheria che si trovava nei pressi di Nocturn Alley. Salutai la vecchia al bancone, e uscii dal negozio. Non riuscii a fare nemmeno un passo, che mi scontrai con una donna. "Faccia attenzione, per la miseria!" le gridai contro.

Edited by DariusCyan - 11/5/2011, 20:57
 
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Amelie Norskgard
view post Posted on 11/5/2011, 19:54




In quel periodo ero parecchio nervosa, anche se dire "nervosa" era minimizzare la cosa al massimo. Diciamo che avevo il diavolo per capello. Eh, gia' meglio, ma non rendeva ancora l'idea. Isterica? Hmm...quasi. In ogni caso, ero da evitare come la peste. O peggio.
Anyway, perche' ero cosi' incavolata? Beh, il problema era che ufficialmente non ero ancora un'Auror del Quartier Generale di Londa, percio' non potevo lavorare. E questo mi irrita alquanto. Il lavoro per me e' uno sfogo, e se non mi sfogo per troppo tempo divento...non intrattabile ma...decisamente molto peggio. Una volta uno che avevo arrestato aveva detto qualcosa del tipo "il Diavolo ha paura soltanto di due cose: il Giudizio Divino e Amelie Norskgard". Che commento carino. Credo sia stato uno dei complimenti piu' dolci che qualcuno mi abbia mai fatto.
In ogni caso, quel giorno ero parecchio annoiata e parecchio irritata, e stare chiusa in casa era fuori discussione. Anche perche' avrebbe peggiorato la situazione. Cosi' decisi di andarmene un po' in giro per Diagon Alley. Abito nero, corto, semplicissimo (forse anche troppo semplice per i miei gusti), stivaletti dal tacco alto, occhiali scuri, capelli raccolti... boh, niente di stravagante, insomma.
Chissa' come, da Diagon Alley sono finita a girovagare per Nocturn Alley. Cercavo problemi? Molto probabile. Avevo bisogno di sfogarmi. I soliti allenamenti oramai non bastano piu'. Quelli sono diventati una mia routine da anni, percio' non posso considerarli uno sfogo. Andare in missione, arrestare i malviventi...oh, si, quello si che era uno sfogo. O almeno, io la vedevo cosi'. Ho sempre ritenuto che fosse molto meglio considerare il lavoro come un divertimento. Se non altro per non impazzire dallo stress. Io amo il mio lavoro, l'ho sempre amato e continuero', molto probabilmente, ad amarlo anche in futuro. E amo fare il mio lavoro, percio' ho tutti i diritti di ritenerlo divertente e di usarlo come sfogo. Qualcosa in contrario? No? Bene.
Mi stavo quasi quasi iniziando a calmare, quando un'idiota sbuca da non so dove e sbatte proprio contro di me. Credo che gli occhi esistano per qualcosa, no? E allora perche' diavolo non li usi??
"Faccia attenzione, per la miseria!" gli gridai contro, non molto gentilmente.
Ero di nuovo irritata, grazie a lui, ed avevo tutto il diritto di gridargli contro!
 
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DariusCyan
view post Posted on 11/5/2011, 20:08




La guardai da capo a piedi. Era vestita come una prostituta, e anche ti basso bordo. Mi aspettavo ancora le calze a rete e una pelliccia per coronare quell'immagine da ten-dollar-whore che avevo davanti. Non solo non si spostò, ma mi gridò contro, usando le stesse parole che avevo usato io, per giunta. Ciò mi fece andare un po' fuori di testa: non sopportavo di essere preso per i fondelli, specie non da donne, specie non di quel tipo di donne. Ma chi si credeva di essere?
"U, u, mi scusi, signorina con gli occhiali da sole che cammina per vicoli ciechi non baciati da un solo raggio di sole. Sono io quello che non vede.", le cantilenai, sarcastico. Chiusi la porta della bottega dalla quale ero appena uscito. Era ancora là, non si era mossa, e sembrava alquanto infuriata. Bene. Le rivolsi uno sguardo neutro. "Se pensa di starsene lì tutto il giorno, faccia pure. Così non mi sbatte più contro.", le dissi, sorpassandola. Mentre mi avviavo verso il Paiolo, dove avevo intenzione di bermi una birra ghiacciata, mormorai fra me e me: "Stupida idiota."
 
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Amelie Norskgard
view post Posted on 11/5/2011, 20:26




Rispondemmo nello stesso modo. Non mi piacque la cosa. Non dissi niente finche' non se ne ando'. O meglio, finche' non sentii quello che disse.
"Stupida idiota."
Non potei trattenermi dal guardare il cielo pensando *Dei delle mie terre del Nord, finalmente avete ascoltato le mie preghiere e mi avete mandato qualcuno con cui sfogarmi. Era anche ora. Devo dire che ve la prendete davvero comoda...*
"Come scusi?" dissi, togliendomi con calma gli occhiali.
Avrei potuto prenderlo a pugni subito, ma che gusto c'era? E poi forse mi sarebbe bastato anche solo litigare un po'. Non volevo crearmi problemi prima ancora di iniziare a lavorare a Londra. Beh, non che fosse un problema. Se a Londra non mi avessero preso dovevo soltanto scegliere tra i Ministeri di tutto il mondo che mi stavano facendo la corte...
In ogni caso, preferivo tirarla per le lunghe. E' piu' divertente. Se soltanto quel povero sfigato avesse saputo difendersi...si, forse chiedo troppo. Mi mancavano le belle risse nei bar della periferia di Tokyo. Oppure quelli nei bar russi. Oppure quelli che provocavo a Bergen quando frequentavo ancora Hogwarts. Quelli erano i piu' divertenti se non altro perche' sapevano perfettamente chi avevano davanti e a cosa andavano incontro. La figlia di Kristoffer. E gli altri mi affrontavano ancora piu' duramente. Le risse sono piu' divertenti se sei in netta minoranza numerica.
Ritornando al povero tizio che avevo incontraro a Nocturn Alley, si, speravo fosse in grado di difendersi, perche' non c'e' gusto nel picchiare qualcuno di indifeso. E poi e' cosi' triste che un'uomo non sappia difendersi.
 
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DariusCyan
view post Posted on 11/5/2011, 20:40




Aveva sentito. Mi sarei messo a ridere la situazione non fosse abbastanza snervante. Non ero del migliore degli umori, e ora quella scema voleva farmi le ramanzine, nemmeno fossi un bambinello. Che palle, certa gente. Mi fermai e girai sui tacchi, ritrovandomela davanti. Ma che brava, era anche riuscita a seguirmi. La squadrai di nuovo da capo a piedi, come se la misurassi con lo sguardo. Poi tornai a guardarla negli occhi.
"Stupida vacca. E sorda. E direi anche impicciona, per giunta.", le dissi, sarcastico, "Contenta ora? Vada a battere da qualche altra parte, non sono interessato.", buttai là. Rigirai di 180 gradi e me ne tornai sui miei passi verso il Paiolo, dove la mia birra fredda stava per accogliermi. Che strana donna, quella. Dal tono di voce, pareva cercare risse. Io però non avevo intenzione di macchiarmi i vestiti, o di sgualcirli. Non ne valeva la pena, specie per quella là.
 
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