| mrs.cole |
| | nero ... completamente nero ... salivo quegli scalini e non me ne rendevo conto. aggiravo pianerottoli e seguivo un percorso completamente estraneo alla mia mente. primo ... quarto ... sesto ... settimo piano ... e infine la grossa porta in legno d'acero che conduceva all'osservatorio. nelle mie orecchie rimbombava ancora un richiamo, un urlo, la voce di jamie. si, era proprio la sua voce, che mi gridava di non andare via e di tornare immediatamente da lui. dove l'avevo lasciato ? perchè l'avevo abbandonato ? non lo sapevo ... continuavo a camminare lentamente e l'espressione del mio volto era vuota, nulla. avrei giurato , persino, dopo essermi soffermata per un breve secondo dinanzi alla vetrata stellare, che i miei occhi fossero divenuti dello stesso colore della pece. poi, non appena avevo raggiunto la ringhiera ad ovest, dalla quale era visibile l'intero parco, finalmente ripresi conoscenza. sbattetti le palpebre più volte , mi massaggiai la pelle del viso e mi toccai le labbra, per poi scendere alla gola. stranamente mi bruciava, ma non era tutto. ciò che mi faceva più male era il petto. era come se qualcuno mi avesse appena scagliato un incantesimo proprio lì, nel bel mezzo del costato. mi poggiai le dita sul seno morbido e poi con una calma pazzesca mi guardai finalmente attorno alla ricerca di un indizio, di un input. come diavolo ci ero salita fino alla torre nord ? come avevo fatto ad arrivare lassù se un attimo primo mi trovavo sulla riva del lago nero con jamie campbell a raccogliere erbe nelle acque basse ? retrocedetti pian piano dalla ringhiera e spostando finalmente le mani dal corpo, le lasciai scivolare lungo il bacino e socchiusi le palpebre, cercando di concentrarmi per bene. ero proprio lì, piegata sulla riva sabbiosa alla ricerca di uno xiliptosius carnosus, quando avevo sentito dei passi ... avevo sollevato gli occhi giusto in tempo per notare quella scia color pesca colpirmi e ero scivolata chissà dove, mentre jamie si sbraitava da lontano. e poi ... poi ... poi nient'altro. quindi ... ero stata stregata ?era l'unica soluzione.ma perchè? fu in quell'esatto momento che mi accorsi di avere qualcosa tra le mani, che più volte avevo stretto al corpo. sollevai gli occhi e aprii i polsi, per soffermarmi su un biglietto di carta stopricciato. senza troppi indugi , lo aprii e ne lessi il contenuto il quale citava "sulla punta dell'obelisco ... bevilo tutto e fidati. un tuo amico ... N. " non ci misi molto a connettere il significato di quelle parole con la realtà e il luogo in cui mi trovavo. proprio al centro del pianerottolo c'era una grossa costruzione in legno con sfere circolari e pianeti strani, rovesciati e inclinati. sulla cima del più grande c'era una provetta. già, proprio una di quelle usate durante le lezioni di pozioni. la sfilai via, facendo attenzione a non farla cadere ,sollevandomi sulle punte e la portai alla luce del sole, che ormai stava tramontando, per riconoscerne il contenuto. il biglietto diceva di berlo senza troppi problemi, ma se fosse stato veleno ? se fosse stato un filtro d'amore ? cavolo, cole mi avrebbe uccisa, se avessi iniziato ad invaghirmi per qualcun altro e mi sarei tagliate le vene, piuttosto di correre incontro ad un tipo brufoloso. eppure, c'era quell'eppure ... evidentemente quel certo N. aveva escogitato tutto pur di farmi arrivare lissù. aveva studiato bene la situazione e ora quel liquido azzurrino richiamava la mia attenzione. sollevai la boccetta un pò più sopra della mia testa e quel colore per un breve attimo mi parve piuttosto familiare ... fu come in uno di quei famosi flashback ... l'avevo già visto. ipnotizzata, letteralmente ipnotizzata da quella miscela, ne stappai il tappetto e provai ad annusarne il contenuto ... fu in quell' istante che accadde ... una voce ... qualcuno pronunciava il mio nome ... era un richiamo, un richiamo maledetto che mi induceva a berlo. se solo muoio, giuro che, maledetto N. ,qualcuno mi vendicherà ... fissai ancora per un breve istante la boccetta in modo che i miei occhi color del ghiaccio si adattassero a tutto quell'azzurro fluorescente e poi pian piano avvicinai il vetro alle labbra e lasciai scivolare il liquido dentro di me. caddi ... caddi sul pavimento in legno completamente distesa e fissai il soffitto ... all'interno dei miei occhi si susseguirono una serie di immagini in modo vorticoso ...sentivo di esser morta ... sentivo di aver già vissuto quell'esperienza e quando raggiunsi l'attimo nel quale realmente ero morta, mi accorsi che avevo pienamente ragione. era come se stessi rivivendo tutti gli attimi più belli della mia esistenza, ma in realtà si trattava di quel maledetto ultimo anno. feste clandestine, anthony stonem, le rose nere, quel famoso sacrificio, la nascita di stefan, la fuga a grimmauld place, la prima volta mia e di tony, londra in quel lussuoso appartamento, la mia morte, la mia anima trasferita nel corpo di ellen, il mio risveglio nella stanza di morten, il famoso gioco della bottiglia con quei nuovi ragazzi cadaverici, la mia rinascita, la rinascita dello stesso stefan, lo smantellamento delle rose nere, la nascita della setta, l'addio di tony, la scoperta di favole, quel tragico torneo magico, l'incontro con lucas, l'arrivo ad hogwarts di persone strane, angeli, demoni, arcangeli, lucifero , i possessori dei doni della morte, la festa a casa mia, il mio aggressore Joseph Levitt, l'urlo di disperazione di Lucifero. Tirai un urlo ... non avevo idea da quanto cavolo di tempo stessi urlando, ma proprio non riuscivo a smettere di farlo. provai a tapparmi le labbra, ma l'urlo smorzato continuava a riecheggiare. tenere e candide lacrime presero a scendermi dagli occhi ... mi passai le mani sul volto e presi a singhiozzare, aiutando a coprirmi la faccia con i lunghi capelli castani.
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