• Sectumsempra ~ Harry Potter Gdr }

I don't want to go home right now ;, ..per Jamie.

« Older   Newer »
  Share  
Andrea }
view post Posted on 25/2/2011, 23:20




And all I can taste is this moment
And all I can breathe is your life
'Cause sooner or later it's over
I just don't want to miss you tonight




Mi mancava.
Mi mancava e non riuscivo a capire nemmeno perché. Mi mancava talmente tanto però che mi ero ritrovata a gironzolare per la sala comune quasi fossi un anima in pena in attesa di qualcosa.
Avevo guardato l’orario più volte per valutare la possibilità di cominciare a scendere o meno per la cena, ma alla fine mi ero decisa a rimanere inchiodata lì ad aspettare Jamie per scendere insieme.
Patetica no? Sì, in effetti lo ero parecchio.
Quando finalmente, dopo le nove, qualcuno si era fatto vivo in Sala, avevo capito che purtroppo il caro Campbell non si trovava lì. Eh no, a quanto pareva McClay lo aveva beccato a fu macchiarsi una piccola cannetta in aula e l’aveva messo in punizione fino alle tre del mattino.
Insomma, era uscito fuori di testa?! Io di sicuro sì.
Erano più di dieci giorni che non vedevo Jamie, dalla festa di San Valentino in effetti, e purtroppo non aveva concluso un bel niente sebbene mi fossi dichiarata a lui. Eh no, perché il caro ragazzi si era fatto prendere i cinque minuti di rincoglionimento totale, il tempo che bastava però per far scoppiare una rissa e farci buttare fuori da Madama Piediburro.
Avevo passato le due ore successive alla festa a dare testate al muro e a finire di rincoglionirmi ma, per fortuna, un discorso fatto con Favole mi aveva persuasa a prendere una decisione: io e Jamie dovevamo passare un po’ di tempo da soli.
Proprio per quel motivo avevo mandato in missione un bambinetto del primo anno, lasciandogli un pezzetto di pergamena che avrebbe dovuto consegnare a Jamie il prima possibile.

“Ti aspetto nella Stamberga Strillante a mezzanotte. Sii puntuale.
Andrea ♥”


Avevo deciso di fargli una sorpresa, una di quelle con i fiocchi però.
Per l’occasione mi ero messa a spulciare nel mio armadio per trovare qualcosa di carino da indossare.
Un vestitino rosso con merletti vari mi sembrò la scelta più adatta. Non sapevo perché, ma sentivo che a lui poteva piacere.
Mi ero guardata parecchie volte allo specchio per poi prendere un paio di manciate di api frizzole dalla scorta personale di Melanie. Me l’ero messe in tasca e subito, come un fulmine, mi ero fiondata in giardino per passare attraverso la piccola incavatura che si trovava nel legno del Platano Picchiatore.
Chissà, non sapevo nemmeno se Jamie sarebbe mai venuto a quell’appuntamento un po’ arrangiato che avevo deciso di dargli, però ovviamente ci speravo.
Avevo bisogno di stare con lui, di sentire il profumo della sua pelle e la morbidezza dei suoi capelli tra le dita. Sorrisi a quel pensiero e mi strinsi ancora di più nella piccola mantellina che però sfiorava i fianchi, lasciando scoperte le gambe.
Rabbrividii un po’ quando una folata di vento gelido mi alzò leggermente il vestitino corto; in effetti non era stata una genialata mettere quel cosetto tanto leggero per una serata invernale.
Dopo aver immobilizzato i rami del Platano comunque, entrai nella piccola fessura e cominciai a percorrere alla svelta il corridoio che conduceva Hogwarts alla stamberga strillante. Durante il tragitto lasciai cadere una decina di caramelle, come se volessi in un certo senso “segnare” quella che sarebbe stata la via del ritorno.
Sapevo che Jamie andava pazzo per le api frizzole e volevo lasciargli, con quelle, qualche traccia del mio passaggio.
Arrivata nella saletta spostai il letto contro il muro, cercando di spolverare lo spolverabile e poi accesi il camino, lasciando che una fioca luce illuminasse la stanza. L’atmosfera non era male, dovevo ammetterlo.
Avvicinai un paio di poltrone al caminetto mettendo al centro un tavolino e due calici pieni di Idromele Barricato; era stata Favole a procurarmelo, a quanto pareva Jamie ne andava matto.
Mi sfilai la mantellina, poggiandola sul letto e mi strinsi nelle spalle, sentendo sulla pelle il tepore che proveniva dal caminetto.
Mi avvicinai cautamente alla finestra, sperando che nessuno mi vedesse e poi guardai Hogwarts in lontananza, sentendo solo il rumore del fuoco che scoppiettava e i fischi del vento contro gli infissi.
Sperai vivamente che Jamie si facesse vivo al più presto, perché quel luogo mi inquietava davvero tanto. Insomma, mi era sempre piaciuto, ma in quel frangente mi spaventò un po’. Mi voltai verso la porta e poi guardai l’orologio: era quasi mezzanotte, il mio bel Grifondoro stava arrivando.
Quando sentii dei passi il mio cuore prese a battere più forte. Li riconoscevo però , ea lui, non c’era nessuno dubbio. Con passo deciso mi avvicinai alla poltrona, sedendo mici e affondando la schiena nello schienale di velluto nero.
Accavallai le gambe nude afferrando un calice di idromele e mi ci bagnai leggermente le labbra.
Dio mio, dovevo essere completamente impazzita!
Non che volessi fare chissà che con lui (Favy mi aveva accennato qualcosa, ma..insomma!) però ci tenevo a stare con lui, cercando anche di farmi piacere di più.
Ecco, un altro motivo di quell’incontro era il mio ave rovistato delle carte private della preside e aver scoperto il triste passato di Jamie. A quanto pareva usciva fuori da una brutta storia, quindi non era il tipo che si affezionava facilmente. O meglio, si affezionava, ma non era mai riuscito a provare amore per qualcuno, chissà, magari non ci credeva nemmeno.
Però..io lo volevo, dio se lo volevo.
Chissà, magari la maggior parte della gente mi avrebbe preso per egoista o non so cosa, ma io desideravo con tutto il cuore che Jamie si innamorasse di me, che io fossi il suo “primo amore”. Robe da sfigati, lo sapevo bene, però a quanto pareva era una cosa a cui tenevo un po’ troppo.
Essere amata, tornare ad amare a mia volta e sapevo che lui, solo lui, poteva essere l'equazione perfetta di quel mio desiderio.

Andiamo Jamie, sono qui, qui per te.
 
Top
Jamie;
view post Posted on 26/2/2011, 16:02




Quella era stata la giornata più brutta della mia vita. Avevo passato il pomeriggio al campo per gli allenamenti e neanche il tempo di fare una rapida doccia che mi era toccato andare da quel rompi pluffe di McClay. Eh già, mi aveva beccato la stessa mattina a fumare una davvero piccolina- ina - ina canna magica ed era andato su tutte le furie: ad un tratto avevo addirittura temuto che gli scoppiasse la scatola cranica. *Cervello di McClay.. puah*. Comunque sia avrei dovuto passare tutta la serata nel suo ufficio ad incollare francobolli sulle sue lettere personali e a sistemare i compiti che aveva corretto, questo fino alle tre del mattino, ditemi se quella era una scuola normale... Quando stavo per entrare nel suo ufficio un ragazzino mi intercettò giusto in tempo, consegnandomi un bigliettino da parte di Andrea. Quando intravidi la sua calligrafia ebbi un tuffo al cuore: a mezzanotte alla stamberga strillante. Mancavano precisamente tre ore... che scusa potevo inventare al professore? Magari se avessi finito in fretta il lavoro mi avrebbe lasciato libero di andare. No no cazzo, DOVEVA lasciarmi andare, non potevo di certo darle buca e non sapevo neanche come avvertirla. Entrai con la convinzione che mi sarei sbrigato e poi avrei finto di star male. Nelle successiva due ore e mezza non fiatai, nessuna battutina di spirito o altro, mi comportai davvero bene e lavorai sodo a testa china per tutto il tempo. Credo che anche Mc Clay si accorse del mio comportamento che forse, dico forse eh, poteva risultare un tantino anomalo per i miei standard decisamente più accesi e irrequieti. vabbè oh, qui c'era di mezzo una ragazza e che ragazza! mica una qualunque... no, andrea non era proprio la prima che si incontra per strada. Alle dieci e mezza precise cominciai a manifestare i primi segni di cedimento e di malore, massaggiandomi le tempie per poi arrivare addirittura a piegarmi in due con le braccia strette sulla pancia. Professore temo di non stare troppo bene.... oggi durante gli allenamenti è venuto giù il diluvio universale, probabilmente mi sono beccato qualcosa. Rimani serio, concentrato in quest'espressione sofferente jamie. pensai mentre trattenevo quasi il respiro sotto lo sguardo indagatore del professore. Alla fine però, parve credermi e mi disse di filare dritto in infermieria e che avrei scontato il resto della punizione l'indomani sera. Uscii camminando sempre piegato in due ma non appen a la porta di legno massiccio si chiuse con un tonfo alle mie spalle alzai entrambe le braccia al cielo spalancando la bocca in un urlo silenzioso. Un mito, un vero mito ero! Corsi a perdifiato per i corridoi notturni, correvo perchè non vedevo l'ora di rivedere il suo sorriso caldo che avvolgeva tutto. Dio quanto volevo abbracciarla e dovevo anche farmi perdonare per il comportamento tenuto da madama Piediburro. oh no tranquilli, non avevo fatto lo scemo con altre ragazze no, avevo solo deciso bene di farmi andare in tilt il cervello perdendo l'occasione più importante della mia vita. Andrea mi aveva praticamente sbattuto al muro baciandomi e dichiarandosi ed io non avevo fatto o detto nulla. Esammente niente, ero rimasto fisso a guardarla per non so quanto tempo fino a che la situazione degenerasse per via di quattro coglioni che decisero bene di darsele di santa ragione. e poi puff, tutto svanito, mi ero ritrovato nella mia stanza in un batter d'occhio senza aver neanche avcuto modo di salutarla. Che gran cazzaro che ero stato...anche perchè non l'avevo cercata nei giorni successivi. Ora vi starete chiedendo il perchè ma vi giuro che non lo saprei dire neanche io. La mia capoccia nei giorni dopo la festa di san valentino era completamente alienata dal resto del pianeta, confusa e zeppa di pensieri strani senza un ordine apparente. Finalmente arrivai al Platano Picchiatore e quasi ci rimisi la vita evitando per miracolo un ramo che si abbattè violentemente a pochi metri da me. dovevo bloccarlo si, ma mi serviva un bastone, qualcosa di lungo. Lo individuai ben presto(il pensiero che fosse stata andy a lasciarlo lì mi faceva tremare di trepidazione) e premetti il meccanismo che bloccava i rami del carnefice. Mi dovetti chinare su me stesso parecchio per entrare attraverso la fessura piena di ragnatele e radici sconnesse. Oh cazzo, l'ultima volta che ero passato di lì vi entravo quasi stando in piedi! più andavo avanti e più il cuore mi schizzava fuori dal petto: come l'avrei dovuta salutare? che cose le avrei dovuto dire per scusarmi del comportamento ambiguo tenuto alla festa? Magari mi aveva invitato lì solo per dirmi che si era stufata di tutta questa storia assurdamente complicata e che aveva chiuso con me. il mio piede si poggiò sopra qualcosa che scricchiolò finendo per frantumarsi. Aguzzai bene la vista stringendo le palpebre e sfiorando con le punta delle dita niente popò di meno che un ape frizzola. Scoprii che non eral 'unica ma bensì erano state lasciate cadere a mo' di sentiero, di guida. Ecco, quel genere di cose mi faceva sbarellare: api frizzole + andrea... beh, benvenuti nel paradiso! le raccolsi mettendomele tutte in tasca fino ad arrivare alla mia meta: una piccola porta quasi marcia e corrosa dalla quale filtrava sotto la luce tremolante di un fuocherello. Poggiai una mano sulla maniglia ma indugiai qualche secondo non sapendo bene cosa aspettarmi... presi un respiro profondo ed entrai.
La piccola stanza era riscaldata come previsto da un bel fuoco che tuttavia non aveva ancora stemperato troppo il freddo pungente che solo in quel momento avvertivo. C'era un letto , di lato, accostato alla parete ma non riuscii neanche a capire di che colore fossero le coperte perchè i miei occhi erano puntati sulla cosa più bella di quella stanza. Andrea Slinkhard stava seduta su una vecchia poltrona che in altre circostanze mi sarebbe apparsa orrenda ma poichè toccata da lei ora sembrava risplendere di luce propria, o forse era la luce dei capelli biondi della ragazza? Occhi puntati su di me, labbra dischiuse vicino ad un bicchiere di non so bene cosa, quasi come se gli stessero confessando segreti irrivelabili ad umane orecchie, vestito rosso che inutile dire le stava di incanto, gambe scoperte ed accavallate in una posizione decisamente sensuale ed il mio elettrocardiogramma piatto. eh già, ero morto, steso, stecchito come una lucertola arrostita al sole. okay, orrenda similitudine ma era per far capire come ero messo interiormente.Merilno , protettore di tutti i maghi, aiutami. si, perchè non potevo proprio permettermi di rimanere un'altra volta con le mani in mano a fissarla sbavando. NO no no no, jamie, tira fuori le palle. Mi sa proprio che il caro buon Merlino mi ascoltò perchè mossi qualche passo verso di lei lasciando così che la porta si richiudesse alle mie spalle.
oh bè.. wow. gran bell'aiuto merlino, GRAZIE! Merda che figura di merda... non sapevo come altro dire... come poter esprimermi perchè un semplice "sei bellissima" non sarebbe di certo bastato. magari andrea avrebbe capito che dentro a quella mia eslamazione c'erano mille e mille parole non dette. bella idea quella delle api frizzole, sono le mie preferite. ecco che cominciavo a parlare d'altro. ma non è che avessi paura io? cioè alla fine le avevo riempito la testa di frasi tipo " devi fare una scelta, mostrami i tuoi sentimenti ecc ecc" e quando poi lo aveva fatto io ero fuggito ed ora facevo il vago con quel sorriso d'ebete in faccia. perchè? mi sedetti sull'altra poltrona senza osare neanche guardarla. Cazzo ma che mi prendeva? Non era la prima volta che avevo a che fare con una ragazze e mi sentivo bloccato forse perchè per una volta non ero io a fare la prima mossa ma lei. possibile che una presa di iniziativa mi impaurisse? Il mio sguardo non potè far a meno di soffermarsi sulla linea di quelle gambe che tanto avrei voluto accarezzare. okay, dovevi smuovermi e fare quello che desideravo fare da S. Valentino, dalla festa in sala comune, da sempre. le presi il bicchiere dalla mano e lo lasciai sul tavolino basso per poi farla alzare e sedere sulle mie gambe. La mano sinistra scivolò lungo la sua schiena sfiorando da prima i capelli e poi più giù ricongiungendosi poi con la sua mano che strinsi fra la mia. Le osservai per un'attimo, come ipnotizzato: facevano la loro porca figura lì intrecciate e poggiate sulle sue cosce. Sollevai ancora una volta lo sguardo perdendomi nei suoi grandi occhi così tremendamente espressivi per poi sfiorarle il volto con la mano libera e attrarla più vicino al mio. Si, le diedi il bacio che avrei dovuto darle a San Valentino ma che ero stato troppo stupido per farlo. Riassociai il su sapore al primo bacio che le avevo dato nel bagno delle ragazze e riassaggiare il gusto delle sue labbra mi fece tornare in vita il cuore che la sua vista aveva fatto morire. tutto intorno a me ed io stesso credo divenne calore, come se davvero un fuoco mi bruciasse vivo.
uhm... idromele barricato? mi fa impazzire.
le sue labbra sapevano di idromele ma quel "mi fa impazzire" non era solamente riferito alla bevanda, era evidente anche dal sorrisetto che le rivolsi.


SPOILER (click to view)
scusami andyna, il mio pc oggi ha deciso di non funzionare e non mi fa hostare la foto.
oh, ma ci sono io nella tua firma, che amore che sei <3
 
Top
Andrea }
view post Posted on 28/2/2011, 00:25





L’amore con te è come camminare in punta di piedi senza potermi fermare ♥



Avevo sentito i passi di Jamie risuonare nel lungo corridoio che separava l’ingrasso da quella che era la stanza dove mi trovavo io. Dovevo ammetterlo, ero abbastanza tesa, senza nemmeno capire perché.
Sorrisi quando vidi la sua figura tanto familiare varcare la sogna e venire verso di me e sussurrare qualcosa a mezza voce.
Insomma, mi aspettavo un’esclamazione diversa, ma ovviamente non accennai niente.
Azzerata la distanza che ci separava, afferrò il mio bicchiere e poi lo poggiò sul tavolino, alzandomi quasi di peso e piazzandomi sulle sue gambe. Sentii il suo sguardo correre lungo il mio profilo e non potei che accavallare leggermente le gambe, vergognandomi un po’ di quella situazione.
Sorrisi sentendo le sue dita dietro la schiena e un piacevole brivido non poté che farmi venire la pelle d’oca. Le sue dita indugiarono sulla mia mano, intrappolandola quasi e piazzandomela in grembo.
Mi voltai per guardarlo in faccia e Jamie fece quello che effettivamente avrebbe dovuto fare da un po’. Mi baciò, mi baciò come non aveva mai fatto prima, con una dolcezza che non conoscevo, che però volevo sentire e fare mia.
Potevo sentire, stavolta, il suo bacio invadermi il corpo, fino ad arrivarmi sottopelle. Era una sensazione piacevole, dovevo ammetterlo, e volevo gustarla tutta, fino all’ultimo.
Alzai gli occhi, fino ad incontrare i suoi e poi sorrisi ancora, stavolta imbarazzata e poi mi avvicinai ancora una volta alle sue labbra, quasi volessi sentirne ancora il sapore.
Schiusi le mie, socchiudendo leggermente le palpebre.

Beh Campbell, credo che tu mi debba qualcosa.

Non mi riferivo solo a ciò che era successo da Madama Piediburro il giorno di San Valentino. Certo, quello ovviamente sarebbe stato il punto di partenza di una giornata dove avremmo messo in chiaro parecchie cose.
Volevo sapere il perché della sua reazione da perfetto idiota, ma soprattutto volevo che mi dicesse, senza mezzi termini, cosa voleva da me. Purtroppo per me quel ragazzo mi aveva completamente rincitrullita, fino a rendermi consapevole del fatto che avrei accettato qualsiasi sua scelta. Insomma, non qualsiasi, ovvio, però più il tempo passava, più sembravo capire che Jamie mi era quasi diventato indispensabile.
Insomma, era una gran rottura svegliarsi al mattino e pensare ad una persona chiedendosi se quella stava facendo la stessa cosa.
Forse volevo..chiarezza.
Si, volevo chiarezza, nulla di più, nulla di meno. Beh, non mi sembrava di essere granché esigente in effetti.
Volevo solo una certezza, e dopo tutto quello che era successo effettivamente Jamie me la doveva. Mi piaci, non mi piaci, voglio stare con te, non voglio stare con te.
La volevo perché quel continuo forse mi stava lentamente disintegrando.
Ma come avrei potuto reagire ad un suo “Non mi piaci?”. Insomma, aveva sempre dimostrato interesse per me, sebbene non mi avesse cercata dopo la festa di San Valentino, quindi non potevo sapere cosa gli passasse per la testa. Che avesse cambiato idea?
Mi ero detta che sarei stata pronta anche a quello, ma l’unica cosa che negli ultimi giorni parve rimbombarmi nel cervello era il fatto che non ricordavo più cosa provavo quando Jamie mi sfiorava o che profumo avesse la sua pelle.
Si, lo so, il mio essere una perfetta imbecille mi portava a fare pensieri strani, che avrei voluto scacciare via, ma che ovviamente rimanevano sempre lì, come un chiodo fisso.
Io gli avevo detto tutto ciò che provavo per lui, senza mezzi termini, in modo crudo e, chissà, forse anche un po’ sfacciato.
Lasciai andare le sue dita, allungando la mano verso il suo ciuffetto biondo, che mi faceva praticamente impazzire.
Mi morsi le labbra e ammisi a me stessa che, dannazione e se avevo paura. Tutto passava velocemente, niente riusciva a fermarsi. Molte cose mi erano scivolate via tra le dita e non ero riuscita a farci niente.
Avevo provato a trattenere l’acqua, ma per quanto?! Lentamente anche quella era evaporata.
Non volevo che con Jamie succedesse lo stesso, che io, come un’idiota, mi lasciassi scappare quella che poteva diventare la cosa più bella per me.
Una volta mi aveva detto che volva sapere tutto, ogni cosa che riguardasse me e me soltanto. Bene, in quel momento avevo qualcosa da dirgli, qualcosa che volevo che lui sapesse.
Lasciai cadere le dita sulle sue spalle, voltandomi pian piano, fino a trovarmi faccia a faccia con lui.
Diretta. Diretta. Dovevo essere diretta.

Innamorati di me.

Dio mio, dovevo essere impazzita! Complimenti Andy, l’hai detto sul serio, ti sei messa in ridicolo come tuo solito e hai perso l’unica possibilità di avere Jamie Campbell tutto per te. Insomma, non potevo pretendere di certo che lui provasse per me più di quanto non provasse già.
Eppure l’avevo fatto, l’avevo detto.
Complimenti a me. Complimenti a me, che all’inizio mi ero detto che con Jamie era praticamente una cosa da niente, che non mi aspettavo niente e che effettivamente non volevo n i e n t e.
Complimenti a me, complimenti alla cara e idiota Andrea, complimenti al mio cuore che prima faceva il duro e poi si scioglieva quasi fosse burro al sole.
Complimenti al mio cuore che quasi stava diventando una cosa da niente, che però riusciva a pretendere TUTTO.
Egoista, dio, ero una fo**uta egoista.

No, cioè, lo so che tu sei un tipo un po' particolare.
Ho parlato anche con Favy, però, insomma, sarebbe carino se..


Carino. Avevo detto carino?
Perché non c’era nessuno in grado di zittirmi, di tapparmi quella bocca che parlava a sproposito. Carina! Non volevo intendere quello, volevo solo dire che..che..

Io voglio stare con te Jamie, punto.
E voglio sapere ogni minima cosa che ti passa in quel cervelletto bacato.


Lo abbracciai, stringendolo forte.
Quella volta però non mi strinsi alla sua camicia, mi ci aggrappai proprio. Non volevo perdere l'equilibrio, non volevo cadere, volevo soltanto che lui e solo lui, riuscisse a farmi stare in piedi.
 
Top
Jamie;
view post Posted on 22/3/2011, 21:49







Oddio, il suo profumo mi dava alla testa , peggio di qualsiasi cannetta magica o drink fortemente alcolico. Non riuscivo a staccare gli occhi da lei facendo spola dai suoi occhi a quelle labbra rosse che si intonavano perfettamente al vestito che aveva indossato per me. Per me e per nessun altro, era bello come concetto da pensare, mi faceva sentire particolarmente importante. Nel guardarla ero stranamente serio , quasi come se non riuscissi a credere che stava accadendo sul serio. Insomma lo sapete da quanto tempo mi piaceva no? Inutile stare a ripetere sempre le stesse cose. Continuavo ad accarezzarle meccanicamente la schiena quasi ipnotizzato dalla morbidezza del tessuto che la ricopriva. Ovviamente mi ritrovai a pensare a quella stessa schiena ma completamente priva di quell'impedimento rosso che, pur calzandole divinamente, era pur sempre d'intralcio. Cosa le dovevo? Forse voleva un'altro bacio e sicuramente non mi sarei tirato indietro. La guardai accennando un sorrisetto e stavo giusto per avvicinare di nuovo le labbra alle sue quando mi colpì con quella frase. Non era una domanda anzi, sembrava quasi un'imposizione.
"Innamorati di me. "mi si seccò istantaneamente la gola e temetti di morire soffocato perchè l'ossigeno sembrava essere sparita da tutt'intorno. Non... non sapevo davvero come e cosa risponderle. Amare... non ero sicuro di cosa volesse dire. Avendo avuto come esempio quello dei miei genitori non ero proprio sicuro che l'amore fosse davvero una bella cosa: quello di mio padre nei confronti di mia madre li era stato morboso, ossessivo, violento e inumano e li aveva portati alla morte. Non volevo finire così, no davvero. Incredibile quanto una semplice parola potesse scatenare una serie di pensieri turbolenti e sconvolgere stupidamente la mente di uno come me. -Non...- mi bloccai. Avevo perso di vista quello che dovevo dire ma Andrea parve capire al volo perchè continuò ma quello che uscì dalla sua bella bocca non aveva molto di senso compiuto. Un po' particolare? Cosa si era lasciata sfuggire favole? L'idea che andrea avesse potuto sapere la mia storia mi mise in uno stato di agitazione non trascurabile UNO perchè ne andava della mia vita, DUE perchè erano cazzi miei e quando avessi deciso di dirlo ad Andrea l'avrei fatto io e nessun altro. Smisi si accarezzarle la schiena e la mano si fermò a mezz'aria come paralizzata. Forse mi stavo solo facendo pippe mentali inutili, magari lFavole le aveva solamente detto che non ero mai stato innamorato... si, mi fidavo di pottina, non potevo credere che le avesse spifferato tutto. Mi lasciai abbracciare non mostrando alcuna resistenza. Inizialmente ero davvero rigido, come se le sue parole mi avessero congelato il corpo ma poi mi rilassai, non potendo fare a meno di lasciarmi andare sul suo petto accolto da quella stretta mozzafiato. Andrea... andrea così apparentemente dura ma così dannatamente innocente e fragile. Mi faceva tenerezza, era troppo dolce e non potevo essere distaccato con lei perchè NON volevo. Per una volta avrei provato a lasciarmi davvero andare sciogliendo le briglie dei miei sentimenti che mai facevo trapelare, avrei provato a fidarmi di un'altra persona che non fosse Byron o Favole.
Ero rischioso lo so, da rimanerci fregati a vita insomma, ma ne valeva la pena. Eh già, per Andrea Slinkhard valeva la pena tentare. Mi ritirai dolcemente senza darle l'impressione che volessi allontanarla ma anzi e la guardai con un'intensità tale che quasi mi bruciavano gli occhi. -Andrea... non posso prometterti amore eterno perchè.. perchè effettivamente non so neanche cosa sia l'amore però... - le presi il volto fra le mani, accarezzandole con i pollici le guance cos' terribilmente morbide e dalla sfumatura leggermente rosea. -... però sai, non posso neanche prevedere niente, e si, potrei innamorarmi di te un giorno.- Oh mio Dio, che cosa avevo detto... davvero, non avrei mai pensato di diire una cosa del genere in tutta la mia vita. Fino a quel momento mi consocevo, o almeno credevo di farlo, e sapevo per certo che MAI, mai avrei provato qualcosa di così forte per qualcuna, eppure nell'istante in cui Andy mi aveva guardato con quei suoi occhi chiari e mi aveva detto quella frase così di impatto beh, qualcosa era cambiato. Dopo lo spavento iniziale ( perchè dovevo reagire sempre così quando si parlava di amore?) avevo pensato a cosa avrebbe potuto significare essere innamorati. Non lo sapevo, davvero, ma sentivo che il sentimento che provavo per quella grifondoro non poteva essere frenato troppo al lungo e superava decisamente gli standard che avevo fino ad ora provato. Le scostai i capelli dal volto assaporando la loro consistenza al tatto.
-insegnami ad amare Andrea.- la tirai nuovamente verso di me baciandola un'altra volta. Possibile che non riuscivo proprio a resistere? si. sentivo che mi sarei potuto innamorare davvero di lei. sentire il suo corpo contro il mio era davvero una bella sensazione e la voglia di stendermi su quel lettone con lei era tanta. Non necessariamente per fare chissà cosa, anche solo per rimanere lì stesi abbracciati a coccolarci. Certo l'idea di fare l'amore con lei non mi faceva per niente schifo anzi, ma non volevo affrettare le cose , non con lei. Volevo che fosse una cosa seria. Le feci uno dei miei soliti sorrisi quando mi toccò il ciuffo biondo che già aveva avuto modo di apprezzare in precedenza. Le battei una mano sul fianco sinsitro tre volte, invitandola ad alzarsi per lasciarmi libero di fare altrettanto. Una votla in piedi le strinsi la mano e dopo averla sfiorata con le labbra la condussi vicino al letto dove mi sdraiai trscinandola di fianco a me. Mi schiarii la gola mentre mi piazzavo di lato, poggiato sul fianco in modo da poterla guardare bene: non volevo perdermi niente di lei. -Vuoi sapere cosa mi passa per la testa in questo momento? bene... sto pensando che dio, sei troppo bella e che voglio te più di qualsiasi altra cosa al mondo.- Era la verità, la volevo da tanti anni e mi rendevo cont osolo ora quanto tenessi a lei. -sto pensando a quanto mi piace il tuo sorriso e quando abbassi gli occhi perchè sei imbarazzata... penso a quando parli a vanvera e ti lasci sfuggire le cose perchè sei agitata per qualcosa...ci tengo a te andrea e ti prometto che farò di tutto per renderti felice. Okay, mi ero lasciato sufficentemente andare? Direi proprio di si. mi ero esposto più di quanto avessi mai fatto e forse le avevo messo un po' di paura addosso con tutte quelle rivelazioni. beh , non era neanche la metà della paura che mi aveva messo inizialmente addosso lei con quella frase che mi era rimasta nel cuore. fu allora che alzai il volt oa guardare verso l'alto soffitto tutto sghengherato : forse mia madre sarebbe stata fiera di quel discorso, se solo fosse stata ancora viva e, sorpattutto se non mi avesse ripudiato e odiato. Purtroppo ero sicuro che sarebbe stato così. vieni qui. Allargai il braccio facendole cenno di avvicinarsi e facendole poggiare la testa nell'incavo tra la spalla e il petto. La strinsi a me accarezzandole la spalla nuda.
 
Top
Andrea }
view post Posted on 27/3/2011, 22:03






♥ And it’s you and me
And all of the people
And I don’t know why
I can‘t keep my eyes off of you






Avevo sbagliato, me lo sentivo, ero stata troppo diretta con Jamie. Ma non potevo farci niente, io ero fatta praticamente così. Quando una cosa mi passava per la testa la dicevo senza farmi troppi problemi.
Quando notai che Jamie però si era staccato da me ebbi un attimo di assoluto sbandamento, come se non mi fosse possibile capire cosa stesse facendo.
Lo abbracciai lo stesso però, cercando di fare mia quel corpo così grosso che non riuscivo a circondare completamente con le braccia. Alzai lo sguardo e lo stesso fece lui, come pronta a sentire cosa aveva da dire.
Ma brava Andrea, sicuro ti sei fatta scappare una delle persone migliori che hai mai conosciuto. Pensai immediatamente che dirgli quelle cose fosse stata una cosa più che stupida e che era da perfetti idioti cercare di convincere qualcun altro a provare sentimenti per me. Però era diverso, cioè, non sapevo proprio come spiegarlo.
La mia non era una costrizione, no di certo, chissà, magari era un desiderio che mi tenevo dentro. Da sempre desideravo di essere la felicità di qualcuno, ma quel qualcuno era diventato Jamie.
Io volevo essere la sua felicità.
Ascoltai le sue parole con i brividi a fior di pelle, aveva ragione, lo sapevo bene. Cosa potevo aspettarmi da una persona che non sapeva cosa significava amare? Però sorrisi, sorrisi con tutto il cuore, perché le sue parole riuscirono a scaldarmi dentro. Mi sentii invasa da una sensazione di assoluto benessere e sapevo che ciò era dovuto a lui.
A quello che aveva appena detto, a quello che voleva fare.
Lasciai che mi accarezzasse le guance e non potei che bearmi di quei gesti; tutto quello che volevo in quell’istante era stare insieme a lui, continuare a farmi sfiorare da quelle dita.
Non seppi bene cosa successe dopo, perché effettivamente quando Jamie mi disse “insegnami ad amare” i miei pensieri cominciarono a vagare lontani. Dio, mai nessuno mi aveva mai chiesto una cosa simile.
Rimasi a fissarlo con occhi sgranati, come se quelle parole fossero la cosa più meravigliosa che mi avessero mai detto. No, ma che ca**o stavo dicendo? Erano di sicuro la cosa migliore che mi fosse mai stata detta.
Lasciai che mi tirasse verso di lui, intrappolata tra quelle braccia che chiedevo soltanto non mi lasciassero più. Assaporai di nuovo le sue labbra , sentendole dolcissime ancora una volta.
Sentii una pressione diversa contro il mio corpo, come se Jamie mi stesse tenendo schiacciato contro il suo corpo, come se non volesse farmi andare via. Eccolo lì, un brivido, un lunghissimo brivido, mi aveva appena attraversato la schiena.
Ca**o, che stava succedendo?
Quella situazione tanto dolce stava lasciando il posto a qualcosa di più intimo, più “nostro”.
Si alzò di scatto e io feci lo stesso, scendendo dalle sue gambe e toccando con i piedi il pavimento. Mi strinse la mano e mi portò accanto a quello che era il letto a baldacchino che avevo spostato accanto il muro.
Io e Jamie tutti soli nella camera da letto della Stamberga Strillante. Santa Andrea, ma perché non ci pensi prima alle cose? Insomma, eravamo pur sempre un ragazzo e una ragazza, però..
Prima che i miei film mentali potessero prendere forma Jamie mi stese sul letto accanto a lui, e cominciò a fissarmi con occhi dolci e strani. Mi parlò, ma dovetti ammettere di aver perso metà del discorso per colpa di alcune paroline che aveva pronunciato così, come se fosse la cosa più naturale del mondo.
Schiusi le labbra, le ripetei quasi intontita.

voglio te più di qualsiasi altra cosa al mondo.-

Credo sia impossibile descrivere l’emozione che provai in quel momento, sentendo QUELLE parole uscire dalla sua bocca. Chissà, magari era la stessa cosa che provava un bambino dopo essere riuscito ad usare una bicicletta babbana senza rotelline, o meglio ancora quando, al primo anno, si cavalca una scopa per la prima volta.
Ci pensai su ma alla fine scossi la testa; no, non era nemmeno quello.
Era qualcosa di ben diverso, qualcosa che percepivo vivo nella carne, come appiccicato alla mia stessa essenza. Non credevo che la perfezione esistesse, ma con Jamie mi ero quasi ricreduta.
Lui mi aderiva perfettamente addosso.
Mi allungai lentamente sul suo corpo, prendendo tra le dita i bottoncini minuscoli della sua camicia. Non sapevo nemmeno io cosa cercavo di fare, ma le mie dita si muovevano da sole.
Mi chinai verso la sua guancia e poi con le labbra accarezzai lentamente il lobo del suo orecchio e poi le schiusi lentamente, facendole quasi schioccare.

Voglio fare l’amore con te, Campbell.

Mi piaceva usare il suo cognome, sembrava quasi dargli un’aria importante e io chissà, potevo prendermi il giusto distacco per guardare le cose dalla giusta prospettiva.
Sembrerà strano, ma l’ultimo briciolo di razionalità che mi era rimasta era andata a farsi benedire e adesso dentro di me cresceva soltanto quella che potevo definire “famelica insoddisfazione” che bramava soltanto di avere Jamie.
Era una osa assurda che non riuscivo a controllare. Non mi era mai capitata una cosa del genere, beh, non che potesse succedermi visto che non mi interessava nessuno, però con lui in quel momento una forza strana mi spingeva a non tirarmi indietro.
Lo volevo, mio dio, volevo Jamie con tutta me stessa e non provai nemmeno un po’ di vergogna a pensarlo, o meglio ancora, a dirlo.
Presi a sbottonargli la camicia lentamente, quasi a chiedergli il permesso e poi gli sorrisi maliziosa, ammiccando leggermente verso di lui.
Quello era un inizio, il nostro inizio.
Un inizio tardivo forse. Un inizio incerto, anche. Un inizio doloroso, chi poteva saperlo.
Ma chissà, magari poteva anche essere l’inizio della gioia, la nostra gioia.
Sapevo soltanto una cosa però, per me, quello di quella sera, era stato l’inizio del più totale e dolce oblio.
 
Top
Jamie;
view post Posted on 23/4/2011, 10:24





image



E' incredibile come in certi attimi il tempo riesca a dilatarsi all'infinito ed era quella la gentile grazie che mi si stava concedendo in quel momento steso sul letto con Andrea. Il tempo sembrava non scorrere oppure scorreva così velocemente che non riuscivo ad accorgermene? Tutto era sospeso in un'eterna immobilità che congelava la stanza intorno a noi senza però intaccare il nostro crescente desiderio l'uno dell'altra. Vedevo Andrea muoversi, i suoi occhi, le sue mani che lentamente sbottonavano la mia camicia quasi a volermi far soffrire più di quanto non stesse già facendo, e quasi stentavo a credere di averla proprio lì, a portata di mano, a portata di cuore. Dapprima avevo indugiato con gli occhi sulle sue dita affusolate intente in quel promettente lavoro ma quando la vidi chinarsi e sussurrarmi quella frase all’orecchio. Cuore il gola, battiti accelerati al massimo, gola secca e una voglia matta di dire qualcosa che però non ne voleva sapere di uscire dalle mie labbra che schiusi appena, bloccate a metà di quel semplice gesto che ora sembrava così complicato da compiere. Mi tirai su aiutandola a finire quel lavoro che stava andando decisamente troppo per le lunghe: non volevo più niente addosso, né a me né a lei, niente che potesse dividerci. Rimasi quindi a busto nudo piazzandomi delicatamente sopra di lei e facendo leva sulle braccia per non pesarle troppo addosso. Sentire il mio corpo a contatto con il suo era una cosa a dir poco piacevole, unito poi al suo sguardo quasi perforante assumeva i caratteri di un’esperienza sensuale e accattivante come poche. Presi a baciarle il collo fino a soffermare le labbra nell’incavo della sua clavicola e mi fermai un attimo così, a sentire il suo petto alzarsi ed abbassarsi a ritmo già un po’ più accelerato del normale. Era bello sentire una persona respirare sotto di te mentre i battiti del suo cuore andavano all’unisono con i tuoi, era come se si vivesse in simbiosi: senza di uno non viveva neanche l’altro. Ripresi a muovere le labbra facendo pressione ogni volta su una parte diversa del collo dalla pelle così morbida che sembrava di stare a baciare petali di rosa, mentre la mia mano destra faceva scivolare entrambe le spalline del bel vestitino rosso che aveva indossato solo per l’occasione, solo per me. Sentivo le sue cosce serrarsi contro i miei fianchi mentre una delle mie mani ne accarezzava la superficie liscia facendo scivolare veso l’alto l’abitino porporoso, così tremendamente grifondoro. Ad accarezzarle la pelle mi vennero brividi di piacere. Dio mio, stavo per impazzire. Bloccai per un attimo la scia di baci che ormai era arrivata di nuovo ad impossessarsi delle sue labbra (ma quanto cazzo erano morbide?!) per guardarla in uno strano modo, come se mi fosse venuta in mente una cosa che dovevo per forza dire ma per cui non riuscivo a trovare le parole adatte. Vi potrà sembrare assurdo o fuori luogo, ma dovevo farlo, me lo sentivo nelle viscere, forse perché mi sembrava brutto e opportunista fare sesso con lei senza prima chiederle una cosa.
Slinkhard, ti va di essere la mia ragazza?
Ero ancora sopra di lei ed ero così vicino al suo volto da sentire il respiro caldo della ragazza sfiorarmi le guance. Avrebbe accettato, o almeno lo speravo. Insomma, poteva essere stato azzardato pronunciare simili parole ma non volevo che in alcun modo pensasse che volessi solo portarmela a letto e via, chi si è visto si è visto. No, non ero quel tipo di ragazzo, non era proprio nel mio stile. Qualsiasi storia io avessi avuto avevo trattato con moltissimo rispetto la ragazza con cui stavo, a prescindere dal tempo della durata del rapporto. Volevo essere sicuro che fosse mia perché non avevo intenzione di condividerla con nessun altro. Io sarei stato suo, davvero. Le feci un sorriso dolce dandole un altro lungo bacio non permettendole di rispondere alla mia domanda , non ancora. Cioè, la volevo davvero troppo, non riuscivo a resistere a non toccarla , a non sfiorare quel corpo così dannatamente attraente… non ero sicuro che anche lei mi volesse come la volevo io anzi, ne ero proprio certo: quello che stavo provando io in quel momento era … troppo, si, semplicemente troppo. Non ci sono parole per descrivere i sentimenti che provavo , le emozioni, che invadevano il mio corpo ed il mio cervello , i pensieri, le parole che avrei voluto dirle. Troppe, troppe cose che non riuscivano ad assumere una forma ed un ordine concreto per uscire e palesarsi al mondo intero. Volevo farla felice in tutti i modi in cui una persona può far felice un’altra: avrei scalato le vette più alte , affrontato i mali peggiori pur di vedere il suo sorriso o sentire la sua risata.
Dovevo attendere una risposta prima di continuare quello che avevamo interrotto? Avevo il fottuto terrore di sbagliare qualcosa, di fare un passo falso e di rompere quel magico sogno che si stava ora inaspettatamente realizzando. Quante volte l'avevo immaginato? Quante volte di notte, steso al buio sul mio letto, avevo pensato a come sarebbe stata la prima volta tra noi due? Innumerevoli e forse è un tantino da sfigatelli ma oh, la volevo ed ogni volta che il pensiero di Andrea faceva capolino nella mia testa il cervello andava in tilt... ci mancava che sprizzasse fumo nero e poi l'avrebbero potuto benissimo catalogare come "cervello in avaria". L'aiutai a sfilarsi l'abito rosso che finì da qualche parte intorno a noi e alla vista del suo corpo ormai solamente in intimo mi eccittai parecchio. Il cuore pompava sangue a tutto spiano tanto che temevo potesse sfondarmi il petto da un momento all'altro. Mi chinai di nuovo su di lei facendo aderire nuovamente le nostre figure che spingevano l'una contro l'altra quasi a volersi fondere insieme... ma c'erano ancora troppi impedimenti per quello, primis fra tutti i miei scomodissimi jeans. Le baciai il seno, sfiorando l'altro con la mano: porca miseria, qualcuno mi aiuti!
 
Top
Andrea }
view post Posted on 24/4/2011, 15:55




I don't want this moment to ever end
where every thing's nothing without you






Non riuscivo quasi a credere a ciò che avevo appena detto a Jamie, eppure l’avevo fatto, senza nemmeno rendermene conto. Mi ero esposta a pieno, fino a rimanere “nuda” davanti quel ragazzo che era così dannatamente dolce, tanto da darmi alla testa.
Mentre gli sbottonavo la camicia sentii le guance avvampare: ero imbarazzata, imbarazzatissima. In un certo senso potevo definire quella la mia “prima volta”. Certo, che Donnie c’era stato quel gran casino, ma per lui ero una delle tante e io, beh, ero troppo piccola e ingenua per capire cosa significasse davvero fare l’amore con qualcuno.
Non era solo sesso, no, sarebbe stato qualcosa di più completo che avrebbe appagato entrambi, rendendoci partecipi di un gioco proibito, sì, ma così dannatamente eccitante.
Quando sentii le mani i Jamie sulle mie il mio cuore ebbe un sussulto e mi fermai un attimo, alzando gli occhi e fissando quelli azzurri del ragazzo. Il suo viso era così bello illuminato dalla flebile luce che proveniva dal caminetto.
Il tempore che aveva riempito la stanza mi stava dando alla testa, riscaldandomi la pelle.
Lasciai che Jamie mi aiutasse a sbottonargli la camicia e poi gli sorrisi debolmente, ancora incantata dalla tonalità dei suoi occhi chiari.
Quando si sfilò l’indumento il mio cuore ebbe un fremito che mi fece crollare sul letto, affondando la testa nel cuscino. Vidi Jamie piazzarsi sopra di me reggendosi sulle braccia per non pesarmi addosso.
Distolsi lo sguardo dal suo, troppo imbarazzata per fare qualunque cose e con gli occhi socchiusi presi a guardare il fuoco che scoppiettava nel caminetto.
Ecco, era quello ciò che avevo sempre desiderato per me. Qualcuno che bramava l’avermi con se, qualcuno che mi facesse sentire diversa, preziosa.
Il modo in cui Jamie mi sfiorava, quasi fossi una cosa delicata e rara mi diedero praticamente alla testa. Cominciai ad inebriarmi del suo profumo, passando delicatamente le dita tra i suoi capelli biondi.
Allargai leggermente le gambe, quel tanto che bastava per far aderire completamente il suo corpo al mio e poi mi tirai su lentamente alzando la testa e passando le braccia attorno al busto del ragazzo.
Quando sentii le sue labbra posarsi sul mio collo e scendere giù fino ad arrivare alla profonda scollatura del vestito, la mia pelle si infiammò; soffocai un piccolo gemito di piacere e poi accarezzai con le dita il viso del ragazzo.
Mi costrinsi a guardarlo ancora una volta mentre con le dita mi accarezzava le spalle per poi far scivolare le spalline del mio vestitino e lasciarmi praticamente a petto nudo.
Il reggiseno trasparente e merlettato faceva intravedere il mio seno.
Oh andiamo, non potevo arrossire per una cosa simile! Del resto stavo per fare con Jamie qualcosa di ancora più..più..
Già, come poteva essere definito quello che stavo per fare con Jamie?
Dio, lo desideravo così tanto e dal modo in cui le sue dita indugiavano sulla mia pelle potevo intuire che anche lui voleva me. Ma lo sapevo, lui era la mia garanzia, mi aveva sempre voluta del resto.
Ero stata una stupida cieca a non riuscire a vederlo prima. Ma adesso riuscivo a vedere le cose con chiarezza, riuscivo a vedere Jamie e nient’altro.
Si staccò qualche attimo da me, immaginai per prendere un po’ fiato, ma dalle sue labbra uscì un gemito, soffocato poi da altre parole.
Sgranai gli occhi, abbastanza incredula.
Aprii leggermente la bocca per dire qualcosa, ma un suo bacio mi colse alla sprovvista, lasciandomi però un dolce sapore sulle labbra.
Dio mio, Jamie voleva vedermi proprio morta!
Il mio corpo ormai andava per conto suo senza permettermi di ribellarmi o di fare qualcosa di mia volontà. Ad ogni tocco il battito del mio cuore accelerava, cominciando a pompare sangue a tutto spiano. Fermi tutto, avevo bisogno di ossigenare il cervello!
Mi alzai di scatto, cominciando a giocherellare con la zip del mio vestitino, fino a quando Jamie non decise che quello mi era d’intralcio per fare qualsiasi cosa.
Me lo sfilò buttandolo chissà dove e poi riprese a baciarmi, lasciando che le mie unghie graffiassero la federa del cuscino e poi si piantassero dritte dritte nella coperta.
Inarcai la schiena, lasciando che il mio corpo, coperto soltanto da biancheria semi trasparente fosse percorso dai brividi che quel ragazzo mi provocava solo toccandomi.
Sentii le sue mani correre sulle mie cosce nude e i suoi jeans graffiarmi la pelle. Portai le mie dita sotto il suo mento, costringendolo ad alzare la testa e a guardarmi in faccia.
Sorrisi maliziosamente e poi mi voltai di scatto, poggiando le mani sulle sue enormi spalle nude e facendolo sbattere contro il materasso. C’eravamo invertiti le parti praticamente: adesso infatti, ero io quella che si trovava stesa su di lui e che si era chinata verso il viso del ragazzo per baciarlo lentamente.
Feci scorrere lentamente la lingua sulle sue labbra, fino a mordergliene leggermente una. Poi mi tirai su sorridendogli dolcemente.

Non credi che la mia risposta sia un po’ scontata, Campbell?

Sorrisi maliziosa ancora una volta e poi abbassai le mani lentamente, facendole scivolare prima sul suo petto, poi sui suoi addominali, fino ad arrivare alla cerniera dei jeans che ormai iniziavano ad essere fastidiosi.
Gliela sbottonai lentamente, soffermando le dita ad ogni minimo movimento. Beh, dovevo ammetterlo, volevo fargliela pagare un po’ perché prima i suoi baci mi avevano praticamente fatta impazzire. Ecco, la prossima volta c’avrebbe pensato due volte prima di aizzarmi u.u
No aspetta, che prossima volta, a che cosa stavo pensando?!
Il mio cervello aveva cominciato a macchinare mille cose contemporaneamente, ma che comunque riguardavano sempre la stessa cosa: JAMIE.
Afferrai i due lembi dei jeans e cominciai ad abbassarli lentamente, poggiando le labbra sul ventre piatto del ragazzo e dandogli piccoli baci.
Mi alzai ancora una volta per poi lasciarmi cadere accanto a lui e, afferrando le sue braccia, circondai il mio corpo, facendo aderire le sue dita al gancetto del reggiseno, per far sì che me lo sfilasse.
Dio, avrei voluto che quel momento non finisse più, che durasse per un frangente di tempo interminabile, anche rimanendo così, senza spingerci oltre.
Sarei voluta sparire dalla faccia della terra, beandomi solo del contatto tra i nostri due corpi e dalla sensazione di estremo calore che avevo quando Jamie sfiorava la mia pelle.Mi sarebbe bastato anche rimanere così per vivere insieme a lui quegli attimi interminabili di assoluto piacere.
 
Top
Jamie;
view post Posted on 13/5/2011, 19:09




image



Sangue che pulsava nelle tempie, il profumo di Andrea che sembrava aver impregnato ogni cosa, dall'aria intorno a noi alla mia pelle: speravo che il suo odore non sparisse mai, così l'avrei avuta sempre con me, impressa a fuoco sul mio corpo. Era quello che avevo sempre voluto e ora che il mio desiderio si stava finalmente realizzando avevo la fottuta paura di perdere anche un solo istante , un gesto, un sussurro uscito dalle sue labbra... non potevo permettermi una cosa del genere, dovevo vivere ogni piccola cosa che Andrea decideva di donarmi perchè ero davvero fortunato e non potevo tralasciare nulla. Sapete quanti ragazzi sarebbero voluti stare al mio posto lì, in quel momento, mentre la Grifoncina sfiorava la mia pancia sbottonandomi i jeans? C'è chi avrebbe ucciso per molto meno, ne ero sicuro. Non capivo come mai avesse cambiato idea, come era successo il tutto? Quando era scattata la scintilla? Quelle risposte però non avevano importanza perchè l'unica cosa che mi importava davvero era averla tra le mie braccia in quel momento. Stare lì sul letto a pregustare quegli intensi attimi prima di fare l'amore era una delle sensazioni più belle che avessi mai provato in vita mia ed ero davvero emozionato quando la sfioravo con mani trepidanti di attesa. Lei era... diversa, avevo paura di sbagliare qualcosa o di farle male... era l'ultima cosa che volevo. Mi imposi però di badare bene che quelle paure non trapelassero fuori a causa dei miei movimenti un po' titubanti: il risultato fu (quasi) perfetto, nel senso che un'abile osservatrice avrebbe potuto accorgersi della leggera paura che provavo ma forse Andrea, presa com'era dal momento, non ci avrebbe mai fatto casao. Lo speravo con tutto il cuore perchè questa cosa mi faceva sentire abbastanza stupido. Lasciai che mi ribaltasse anzi, naturalmente l'aiutai a farlo altrimenti non ci sarebbe mai riuscita data la mia stazza decisamente superiore a quella della sua esile figurina così perfettamente perfetta e, devo dire, che questo suo gesto mi piacque molto. Le passai un braccio intorno al collo e le diedi un'altro bacio prima che mi facesse capire quello che voleva. Beh, toglierle il reggiseno sarebbe stata la mia prossima tappa ma Andrea mi aveva praticamente dimostrato quanto anche lei volesse fare l'amore con me e vi giuro, non potete capire la gioia che provai nel capire che anche lei mi desiderava almeno quanto io desideravo lei. La guardai un'attimo mentre ne approfittavo per riprendere un'attimo il fiato che la passione del momento mi aveva tolto.

- Voglio sentire se suona bene detto ad alta voce -

Fu quella la mia unica risposta prima di sfilarle senza problemi il reggiseno che, sebbene trasparente, non mi permetteva di godere a pieno di tutto il godibile. Anche quest'ultimo andò a finire chissà dove ma ,sinceramente, quello era l'ultimo dei nostri pensieri. Me la strinsi al petto, assaporando in pieno il contatto tra il suo seno ed il mio petto e cazzo, non riuscivo proprio a stare lontano dalle sue labbra così gonfie ed invitanti. Le feci un sorriso dolce, non mi vergognavo per niente di farle vedere che mi stava facendo impazzire. Bastava solamente la sua presenza in realtà per scatenare in me una reazione del genere però capite bene che diventava sempre più difficile resisterle quando si trovava vicino a me quasi completamente nuda. Mi misi di lato facendo aderire completamente il mio corpo al suo ormai diviso solamente dagli indumenti intimi che ben presto sarebbero volati anche loro lontano nella stanza. Le accarezzai la schiena fino ad arrivare al bordo dei suoi slip il cui bordo cominciai a stuzzicare , facendo alla fine scattare l'elastico che andò a colpire piano la pelle delicata. Mi uscì una risatina divertita sicuro di non averle fatto per niente male.
Quei giochetti erano divertenti, tipici di me, ma in quel momento avevo troppa voglia di lei che non riuscivo a perdermi troppo in essi. Volevo entrare dentro di lei , volevo sentirla mia ed averla tutta per me nel vero senso della parola.
Finalmente le sfilai l'intimo con delicatezza estrema, mentre tornavo ad "attaccare" a forza di baci il suo collo per poi scendere più giù verso il suo seno piccolo e sodo che coccolai un po'. Trassi un respiro profondo per cercare di rallentare i battiti esageratamente accellerati del cuore che sarebbe scoppiato di lì a qualche minuto , incapace forse di contenere tutta quella felicità. Non avevo mai, e dico mai, provato una gioia simile, era come se stessi sperimentando una cosa del tutto nuova. Non riuscivo a smettere di sfiorarla, avrei volentieri baciato ogni centimetro possibile della sua morbida pelle se solo mi fosse stato concesso un'attimo di tregua da quell'assurda voglia che avevo di fare l'amore con lei: quella voglia mi proibiva quasi di attardarmi in inutili sollazzi, come se potesse sfuggirmi dalle mani da un momento all'altro. Oh no, non l'avrei potuto sopportare, ormai Andrea Slinkhard era la mia ragazza a tutti gli effetti.

-Allora Slinkhard, sei la mia ragazza si o no? Dalla tua risposta dipendono molte cose.-

Le chiesi guardandola con una strana espressione divertita ma al contempo seria. Dalla sua risposta dipendevano davvero molte cose , anche se naturalmente già sapevo quale fosse ma, come spesso accade, volevo sentirmelo esplicitamente confermare. Da quel "si" o "no" dipendeva l'esito di quella seratina perchè non ero sicuro che un rifiuto del genere da parte sua sarebbe riuscito a non spezzare l'incantesimo che si era creato in quella stanza; dalla sua risposta dipendeva anche il resto del nostro futuro perchè, in caso affermativo, il nostro rapporto si sarebbe evoluto in qualcosa di più... grande e più serio e tutto sarebbe cambiato rimanendo comunque lo stesso. Niente sarebbe cambiato perchè i sentimenti che provavamo l'uno per l'altra erano palesi ed ormai evidenti, non avevamo bisogno di etichette specifiche da attribuire al nostro stato però... però avremmo forse avuto molti più obblighi l'uno nei confronti dell'altra, molte più responsabilità, restrinzioni. Ero pronto a tutto questo? Per Andrea avrei scalato la vetta del monte più alto senza imbracatura ne protezioni. Mi sarei davvero impegnato con lei, avrei messo tutto me stesso in quella storia ai primi albori che pure sembrava esistere da sempre. Di nuovo non riuscivo proprio ad attendere che lei mi rispondesse perchè proprio in quel momento mi issai di nuovo sopra di lei e, dopo essermi tolto i boxer che ormai erano come una prigione, mi insinuai lentamente fra le sue gambe. Ecco, ero anche contradditorio: se avesse detto che non voleva essere la mia ragazza? Che cosa avrei fatto? Mi sarei tolto e rivestito? Non riuscivo proprio a stare un'attimo fermo quando vicino c'era lei... alla fine però , come ho già detto, ero praticamente sicuro che mi dicesse di si quindi... va bè, contraddittorio rimanevo comunque. Andy aprì le gambe facilitandomi il compito e quando etrai in quel vortice di piacere la testa sembrava quasi girarmi. Non vedevo altro che il suo bel visino da bambina innocente guardarmi con quei fanali azzurri. Il suo sguardo mi faceva letteralmente impazzire, l'avevo mai detto? Era intenso da mettere i brividi ma al contempo dolce come il miele: speravo che riservasse quella precisa tipologia di sguardo solo per il sottoscritto. I nostri corpi aderivano perfettamente come pezzi di un puzzle che finalmente di ritrovavano per completarsi vicendevolmente mentre si muovevano all'unisono trovando il giusto armonico incastro. Con la mano destra presi ad accarezzarle la coscia mentre ripiegavo la testa sul lato sinistro del suo collo, poggiando il naso nell'incavo della sua spalla e aspirandone con un gemito il profumo.
 
Top
Andrea }
view post Posted on 18/6/2011, 17:47




♥ I give you my destiny
I'm giving you all of me
I want your symphony
Singing in all that I am
At the top of my lungs I'm giving it back


image



Le sue parole mi avevano fatto arrivare il sangue alla testa. Come se questa si fosse riempita pian piano e ora quel liquido scarlatto stesse scivolando lungo il mio corpo.
Potevo sentirlo dappertutto, gambe, braccia, ventre, come se ogni cosa di me bramasse soltanto di sentire la sua presenza.
Feci per parlare, ma qualcosa sembrava fermarmi: era come se per l’emozione non riuscissi a tirar fuori quelle quattro parole che uscivano direttamente dal mio cuore.
Mi sfilò delicatamente il reggiseno di pizzo, facendolo finire chissà dove e poi mi strinse forte contro il suo petto nudo.
Prima di allora non avevo mai sopportato gli abbracci, o meglio, li detestavo da qualcuno che non fossero Favole, Melanie, Keira o altre amiche. Jamie però a quanto pare era diverso.
Mi sembrava come una sottospecie di magnete alla quale era immancabilmente legata. Mi attirava verso di lui, diventando quell’unico appiglio che poteva salvarmi dall’inferno a cui ero costretta ogni giorno per colpa della mia famiglia di mer*a. Lui era la mia oasi di pace, isola di salvezza, insomma, la luce dentro il baratro che giorno dopo giorno mi aveva inghiottita.
Lasciai che giocherellasse con le mie labbra e che si spostasse con una lentezza che mi stava lentamente uccidendo sul bordo dei miei slip. Questo scatenò una risatina che mi colpì dritta al cuore: poteva esserci qualcosa di più bello dei suoi occhi felici?!
Sorrisi anche io, convinta che il suo autocontrollo stesse via via per cedere; beh, avevo ragione, perché si chinò lentamente, sfilandomi gli indumenti intimi rimasti e poi attaccò con dolcezza il mio collo.
Io mi allungai un po’, per permettere alle sue labbra di baciare più pelle possibile. Dio, stavo letteralmente impazzendo di lui. Lo desideravo, desideravo ogni singola cellula del suo corpo, la volevo per me.
Volevo per me la sua dolcezza, i suoi gesti, i suoi sorrisi, che non avrei diviso con nessuno.
Mi fermai un attimo guardandolo negli occhi con dolcezza.
Gli accarezzai le labbra con le dita e poi sorrisi di nuovo, cercando di nascondere l’imbarazzo che provavo in quel momento.
Con altri ragazzi non mi sarei mai spinta oltre perché loro, a parte belle parole, beh, non erano granché. Ma Jamie aveva qualcosa di speciale, un fascino di protezione che mi teneva legata a lui in modo saldo.
Allargai leggermente le gambe facendo spazio al suo corpo e leggermente lo strinsi contro il mio petto, accarezzandogli i capelli.
Quando per la prima volta lo sentii soffocai un gemito di dolore nella sua spalla, stringendo le nocche tanto forte da farle diventare bianche.
Dannazione, mi ero sempre sentita così forte in tutti quegli anni, ma con Jamie avevo lasciato che il muro che mi circondava si sbriciolasse e mi lasciasse nuda, senza protezioni, esposta a qualunque cosa.
Non ero davvero sicura che lui sarebbe stato in grado di difendermi, ma sapevo, anzi, ero certa del fatto che quel ragazzo mi tenesse ormai in pugno, come se fosse l’unico capace di potermi spezzare il cuore, rendendomi schiava di quello che provavo per lui.
Gli diedi un bacio, sentendo il corpo intorpidirsi pian piano e la mente annebbiarsi ancora una volta per colpa di quel ragazzo che mi aveva praticamente scombussolato la vita.
Allungai le dita verso i suoi riccioli biondi e avvicinai la sua testa alla mia. Sfiorai il lobo del suo orecchio destro con le mie labbra e a denti stretti sussurrai:


Ha importanza cosa sono, Jamie?
Non voglio soltanto essere la tua ragazza, io per te voglio essere tutto.
E voglio che tu sia tutto per me. Cielo, mare, terra e tutte le cose buone che ci sono qui.
Voglio che sia il tuo profumo ad entrarmi dentro, sottopelle, e che appartenga solo a me. Voglio che siano i tuoi sorrisi a svegliarmi la mattina, per augurarmi una buona giornata.
Sarà egoista, ma ti voglio tutto per me semplicemente e..al diavolo il resto, Campbell.



Poi socchiusi gli occhi, scossa da un gemito, mentre un lungo brivido mi percorse la schiena. Cos’era quel turbinio di emozioni? Perché provavo sentimenti così forti per lui?
Esisteva forse un limite a quanto si poteva amare una persona?!
Stavo sperimentando emozioni così forti che riuscivano a mandarmi in confusione, una piacevole confusione, che sperai vivamente non mi lasciasse più andare.
Avevo desiderato di stare con qualcuno, ma mai con quell’ardore con cui desideravo stare con Jamie. Avevo sempre pensato che ogni persona fosse completa da sola, che non avesse bisogno di nessuno accanto.
Con lui però avevo capito che questa cosa non era del tutto vera. Lui non era una metà mancante, un pezzo di me staccato chissà quando, no.
Lui era la continuazione stessa del mio essere e in quel momento eravamo due persone separate, congiunte però da qualcosa.
Potevo sentire quel qualcosa pompare più forte ad ogni battito, ogni volta che sentivo lui muoversi con me, come in una dolcissima danza d’amore. Lo sentivo finalmente, sentivo ogni fibra del suo corpo bramare il mio, per poi muoversi insieme.
Sentii le sue dita sulla coscia, e la sua testa ripiegare sul mio collo. I suoi gemiti si facevano sempre più soffocati e quel profumo sempre più forte.
Mi morsi un labbro socchiudendo le palpebre e cercando di vivere a pieno ogni singolo attimo di piacere che riusciva a regalarmi quel ragazzo, dio, non ce la facevo più.

Attento Jamie, potrei chiederti di rimanere con me…SEMPRE.

 
Top
8 replies since 25/2/2011, 23:20   180 views
  Share